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Per un nuovo umanesimo europeo
Traduzione ed Echi traduttivi a cura di Daniela Fabiani
Bisogna fare l'Europa a cura di Natascia Mattucci
Traduzione ed Echi traduttivi a cura di Daniela Fabiani
Bisogna fare l'Europa a cura di Natascia Mattucci
Note sul testo
È il 18 marzo 2010 e Simone Veil pronuncia il suo famoso discorso d’insediamento all’Académie française dove è stata eletta due anni prima e dove occupa il tredicesimo seggio che fu di Racine, di Claudel, di Maurice Schumann e del gollista Pierre Messmer, l’eroe della resistenza al quale dedica la sua eulogia. Simone Veil è la sesta donna ammessa a sedere fra i quaranta “immortali”, i membri dell’Académie istituita nel 1635, per volere del cardinale Richelieu, col compito di vegliare sulla lingua nazionale. Lei, che non è una scrittrice, deve la sua elezione al rispetto che i Francesi le tributano per una vita esemplare. Sulla spada di Immortale che Jacques Chirac le consegna, Simone Veil ha scelto di incidere il numero di deportata che le avevano tatuato ad Auschwitz-Birkenau, 78651, il motto della Francia «Liberté, Egalité, Fraternité» e quello dell’Unione europea «Uniti nella diversità», due mani intrecciate, sul cui dorso appare una fiamma in ricordo dei forni crematori, e ramoscelli d’ulivo. Sono i simboli dell’esistenza straordinaria di una donna che ha trasformato il dolore in speranza, creando un ponte tra gli orrori del nazismo e la rinascita di una nuova Europa. Lo scrittore Jean D’Ormesson, a cui è affidato il discorso di benvenuto – contenuto anch’esso nel volume in traduzione italiana integrale – parla di un “enigma” Simone Veil: “È dalla parte dei più deboli, ma rifiuta ogni vittimismo. Quando le viene offerta la Legion d’Onore come ex-deportata, dichiara con calma e con grande audacia che non basta essere stata infelice in un campo di concentramento per meritare di essere decorata.” Proprio per questo, mai appellativo come “coscienza d’Europa” fu più calzante per lei.
Magistrata, ministra, Presidente del primo Parlamento europeo eletto a suffragio universale diretto, Simone Veil ha sempre combattuto con convinta e appassionata determinazione per realizzare i grandi ideali universali della democrazia, della libertà, della tutela dei diritti umani, della parità tra donne e uomini, e di un’Europa unita. E proprio al rafforzamento della costruzione e dell’identità europea ha indirizzato i propri sforzi, affinché la dignità umana e la pace potessero rinascere in quegli stessi luoghi dove erano state brutalmente violate. Nel volume, la prolusione di insediamento all’Académie è preceduta da quella pronunciata nel 1980 all’Istituto universitario europeo di Firenze. Traspare qui con forza quell’insegnamento pacifista ed europeista che si nutre di dolorose esperienze personali ma le trascende nella visione di un nuovo umanesimo in cui le radici culturali della civiltà europea richiamano gli Stati membri a perseguire obiettivi di solidarietà e cooperazione.
Indice
La Comunità e l'identità europea
Discorso di insediamento di Simone Veil all’Académie française e risposta di Jean d’Ormesson
ECHI
Bisogna fare l'Europa
Echi traduttivi
Note
Note
/pro-lu-ṣió-ni/ 7
Direzione scientifica: Benedetta Barbisan e Raffaela Merlini.
Direzione editoriale: Pino Donghi.
La collana /pro-lu-ṣió-ni/ delle Edizioni Università di Macerata (eum) porta alla luce un tesoro rimasto sinora racchiuso negli archivi delle università italiane e straniere e lo offre a un pubblico più vasto di quello davanti al quale questi discorsi furono tenuti in occasione di solenni cerimonie di inaugurazione o chiusura dell’anno accademico o per il conferimento di titoli ad honorem. Le prolusioni contenute in questi volumi, talvolta dimenticate o mai proposte prima alla lettura, lasciano così i luoghi originari in cui furono pronunciate e danno voce - resa qui in forma scritta e spesso tradotta da una lingua diversa dall’italiano - a idee tuttora capaci di insegnamento e ispirazione: lette, infatti, come ideali macchie di Rorschach, esse sono insospettato specchio di molti degli interrogativi che percorrono le odierne società.
La sezione Echi, di cui è arricchito ciascun volume, offre al lettore ulteriori evocative risonanze, che scaturiscono anche da riflessioni di interesse traduttivo.
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