Note sul Testo
Lo scopo essenziale e imprescindibile della Memoria non è il ricordare agli uomini del presente una pagina tenebrosa del passato, bensì quello di edificare la persona, un’etica, una morale e una spiritualità per un fine ultimo ineludibile alla coscienza umana: contrastare la zona del compromesso interiore che costituisce il principale ostacolo all’adesione incondizionata a quella humanitas che sola ci mette in grado di penetrare gli orrori della Storia e di costruire un mondo mai dimentico degli esiti nefasti dell’intolleranza, del sopruso, della logica del privilegio. Proprio perché l’evento Shoah è accaduto, sovrasta su chi vive il dopo la necessità di “incarnare” la Memoria, di conglobarla cioè nell’essere, nel pensare e nell’agire, come antidoto al ripetersi degli orrori, per essere in grado di riconoscere e di rifiutare analoghe dinamiche coercitive e discriminatorie. Spetta agli studiosi, ai cultori e agli specialisti scrutare e far conoscere ogni aspetto che ha reso possibile la Shoah, spetta a chiunque incarnare la Memoria per farne stile di vita, per essere noi la loro bandiera dopo l’ultimo testimone.
Note sugli Autori
Clara Ferranti è ricercatrice di Glottologia e Linguistica presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, dove insegna Linguistica generale in corsi di laurea triennali e magistrali. I suoi interessi e le sue pubblicazioni si concentrano su inglese d’Irlanda, teoria del linguaggio, semantica, sociolinguistica, fonetica e lettura in chiave linguistica della semantica biblica. Si occupa di Memoria della Shoah dal 2013 come direttrice della presente Collana di studi, membro della Rete Universitaria per il Giorno della Memoria, nonché del gruppo di lavoro del Consiglio Regionale delle Marche per le iniziative legate alla Memoria.
Nicola Santoni è dottore di ricerca in Studi linguistici, filologici e letterari e assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Macerata, nell’ambito del PRIN linguistico glottologico Le parti del discorso incontrano la retorica, coordinato dagli atenei di Verona, Macerata e Palermo. Tra i suoi interessi, e nelle relative pubblicazioni, figurano la linguistica cognitiva, aspetti di fonologia generale, la storia della grammatica e della sintassi, il concetto di alterità in linguistica e in Humboldt, il pensiero di George Lakoff. Dal 2014 collabora alla segreteria dei corsi e dei seminari organizzati dalla Rete Universitaria per il Giorno della Memoria.
IndiceClara Ferranti,
Preambolo. Per una Memoria incarnata: tornare oggi al kiddush
Riflessioni linguistiche e filosofiche sulla Shoah
Marcello La Matina, Linguaggio e violenza, ovvero l’eroismo minuzioso di Victor Klemperer
Roberto Mancini, Sulle origini della Shoah nella cultura occidentale: la testimonianza di Theodor W. Adorno
Fabiola Falappa, La Shoah e l’inizio del male. La testimonianza di Martin Buber
Carla Canullo, Emmanuel Levinas e la spiritualità del prigioniero
(De)costruzione dell’identità collettiva
Vincenzo Caporaletti, Esperienze musicali nella Shoah
Anton Giulio Mancino, Senza «Tregua»: film sulla Shoah, e non
Rita Borioni, “Italiani brava gente”: brevi riflessioni sul carattere degli italiani, tra delegittimazione e autoassoluzione
Filippo Sabattini, Dal senso di colpa all’esperienza di responsabilità condivisa
Didattica della Shoah ed esperienze letterarie
Costanza Geddes da Filicaia, Memorie della Shoah in letteratura italiana
Maria Elena Paniconi, Memorie oltre la disperazione: la Shoah nel romanzo israeliano
Rita Baldoni, Educare integrando le voci dei singoli con la grande storia. Ilse Weber, un’esperienza didattica
Carla Marcellini, Dalla memoria alla storia. I testimoni della Shoah e possibili percorsi didattici
Il popolo ebraico e la Shoah nelle Marche
Giovanni Carlo Sonnino, La Shoah nelle Marche e in Italia
Chiara Censi, La comunità ebraica di Ancona e delle Marche: un percorso storico attraverso immagini
Adele Valeria Messina, Nota di chiusura. Come sulle spalle di Atlante:11אֶׁת הַ מִּשְׁקָּל שֶׁל הַזִּכָּרוֹן
NoteIn copertina: Paolo di Giosia,
Block 5, fotografia analogica (su pellicola invertibile in bianco e nero) della scalinata al piano superiore del Block 5 di Auschwitz. Paolo di Giosia ©2011.
Block 5 ha avuto una menzione d’onore nel 2014 al premio fotografico della Rassegna
Vedere l’Altro, vedere la Shoah.
Collana "Il tempo, la storia e la memoria" 6 / 2021