Memoria della Shoah. La storia per combattere l’oblio
di Alessandro Feliziani, Orizzonti della Marca, Orizzonti con libri, 25 febbraio 2023, p. III
«... La negazione dei fatti è molto grave e la vedo come un grandissimo pericolo per il futuro visto che le voci dei diretti testimoni si stanno spegnendo, una dopo l’altra... Ci saranno studi, i nostri figli, i nostri nipoti e poi ci sarà solo una riga nei libri di storia, ammesso che la storia si continui a studiare. Poi neanche più quella. E questa è una cosa molta amara non tanto per noi sopravvissuti ma per quelli che sono morti invano, morti senza tomba, per la colpa di essere nati…». Queste frasi racchiudono tutta la grande preoccupazione di cui la senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’Olocausto e testimone attiva della Shoah, si fa da tempo interprete e da lei stessa ribadita anche lo scorso 27 gennaio in occasione dell’annuale «Giorno della memoria».
Una possibile risposta al pericolo dell’oblio è data dagli interventi per la «Memoria della Shoah» nelle scuole. Un’altra risposta può arrivare dalle università, attraverso studi e ricerche su quella che lo storico Luigi Lacchè ha definito «la più terribile fabbrica di morte creata nella storia dell’umanità». Alcuni di tali studi accademici, condotti in anni recenti nell’Università di Macerata, sono ora testimoniati in un libro edito dalla casa editrice Eum e pubblicato nella collana «Il tempo, la storia e la memoria», diretta dalla docente Clara Ferranti, componente della “Rete universitaria per il Giorno della memoria”.
Il volume, oltre a due capitoli sulla Shoah nelle Marche e la comunità ebraica di Ancona, raccoglie una quindicina di brevi saggi di altrettanti autori, che affrontano l’argomento con approfondimenti di carattere filosofico, linguistico e letterario. In apertura la scrittrice israeliana Esty G. Hayim, vincitrice del “Premio Brenner” con il romanzo «Vite agli angoli», per rimarcare come la preoccupazione che la Shoah cada nell’oblio sia concreta, scrive: «Nella mia ultima visita a Budapest, tra i bar alla moda del quartiere ebraico dove era vissuto mio padre e i tanti giovani che parlano bene inglese mi sono sentita come se fossi l’unica a vedere i fantasmi del passato».
Il senso del libro è racchiuso nel titolo: «Noi, la vostra bandiera». Scrive, infatti, nel preambolo Nicola Santoni, curatore della pubblicazione insieme a Clara Ferranti: «La metaforica bandiera in cui riconoscersi, e da incarnare sia come singoli individui, sia come collettività, riunisce l’umanità tutta, che si fa vessillo di una radicale e dolorosa presa di coscienza, senza la quale non vi è rinascita».