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La Storia dell’Arte come disciplina scolastica Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

La Storia dell’Arte come disciplina scolastica

Dal primo Novecento al secondo dopoguerra

Roberto Sani

Note sul testo
Il presente volume si configura come il risultato di un’organica indagine attinente a un filone di ricerca – quello relativo alla storia delle discipline scolastiche – già indagato con esiti estremamente significativi dagli studiosi di vari paesi europei ed extra-europei, ma ancora scarsamente approfondito nel nostro Paese. Incentrato sui dibattiti che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del nuovo secolo portarono all’introduzione dell’insegnamento della Storia dell’Arte nei Licei classici della penisola e sull’evoluzione fatta registrare da tale insegnamento nel corso del ventennio fascista e poi, dopo la seconda guerra mondiale, nell’Italia democratica e repubblicana fino al ’68, il volume costituisce il frutto di un approccio squisitamente interdisciplinare, nel tentativo di fornire una ricostruzione contestualizzata e organica delle caratteristiche storicamente assunte e del ruolo esercitato dall’insegnamento liceale della Storia dell’Arte nel corso del periodo esaminato. Esso si colloca in un panorama di studi e ricerche invero assai povero e, sulla scorta di un’ampia messe di fonti archivistiche e a stampa, intende offrire un originale e articolato approccio al tema, nell’ambito del quale è possibile individuare tre distinti livelli di analisi, tra loro strettamente correlati: quello concernente il dibattito teorico relativo all’impostazione e alle caratteristiche di fondo (contenuti culturali, destinatari, finalità, profilo degli insegnanti ecc.) da attribuire a tale insegnamento; quello relativo alla normativa scolastica e alle disposizioni riferite ai programmi, agli orari, ai libri di testo e ai supporti e materiali didattici, nonché alla formazione e al reclutamento degli insegnanti e alle caratteristiche rivestite dalla disciplina in seno al piano di studi del corso liceale; e, infine, quello che attiene al significato sociale e alle finalità culturali che, storicamente, sono stati attribuiti all’insegnamento scolastico della Storia dell’Arte nell’arco dell’oltre mezzo secolo che intercorre dalle prime iniziative ed esperienze didattiche avviate sperimentalmente all’inizio del secolo XX fino al ’68 e alla radicale rimessa in discussione dell’impostazione culturale e formativa conferita alla disciplina dalla riforma Gentile del ’23.

Note sull'Autore
Roberto Sani (Roma 1958) è professore ordinario di Storia dell’educazione all’Università degli Studi di Macerata. È autore di diversi volumi e di numerosi saggi e articoli sulla storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche in epoca moderna e contemporanea e sulla politica scolastica italiana tra Otto e Novecento.

Indice
Introduzione

Capitolo primo. Il dibattito sulla riforma della scuola media in età giolittiana e la questione dell’insegnamento della Storia dell’Arte

Capitolo secondo. La riforma Gentile e l’introduzione della Storia dell’Arte nei Licei classici: caratteristiche e primi sviluppi della «Cenerentola» delle discipline scolastiche

Capitolo terzo. «Si voglion sempre far le nozze con i fichi secchi». L’insegnamento della Storia dell’Arte nei Licei classici negli anni del totalitarismo fascista

Capitolo quarto. L’insegnamento della Storia dell’Arte nei Licei italiani nella prima fase della ricostruzione post-bellica

Capitolo quinto. Da «Cenerentola» a «parente pauvre» dell’insegnamento liceale: la Storia dell’Arte dalla costituzione dell’A.N.I.M.S.A. (1950) alla svolta del ’68

Appendice documentaria

Indice delle illustrazioni

Indice dei nomi

Note
Biblioteca di / Library of «History of Education & Children’s Literature» 20
Collana diretta da Roberto Sani e Anna Ascenzi / Series directed by Roberto Sani and Anna Ascenzi

In copertina: Adolfo Venturi con un gruppo di allieve e allievi del Corso di perfezionamento in Storia dell’arte medievale e moderna dell’Università di Roma, Venezia 30 maggio 1924 (foto: Cav. G. Fiorentini, Calle Specchieri 652 – Venezia), originale conservato nelle Carte Adolfo Venturi, in Centro Archivistico della Scuola Normale Superiore di Pisa.

  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-779-6
  • Codice ISBN (PDF) 978-88-6056-780-2
  • Codice ISSN (print) 2421-2784
  • Numero pagine 256
  • Formato 14x21
  • Anno 2022
  • Editore © 2022 eum edizioni università di macerata
Scaffale
Eum Redazione

Per la Rubrica "Scaffale" del "TG Marche" Patrizia Ginobili segnala il libro "La storia dell'arte come disciplina scolastica" di Roberto Sani

Buona visione: https://bit.ly/3Rm8el3

 
Alias
Eum Redazione

Storia dell’arte, la parente povera sui banchi di scuola

di Annamaria Ducci, Alias Domenica, il manifesto, 08.05.2022

Roberto Sani, “La Storia dell’arte come disciplina scolastica. Dal primo Novecento al secondo dopoguerra”, EUM (Edizioni dell’Università di Macerata). Una faticosa emancipazione quale materia scolastica, prima e dopo la Riforma Gentile, nel segno del «saper vedere»: il problema, da Adolfo Venturi ad Argan, è inquadrato dal punto di vista delle scienze dell’educazione.

«Da “Cenerentola” a “parente pauvre” dell’insegnamento liceale». Questo il titolo eloquente dell’ultimo capitolo del bel libro di Roberto Sani, La Storia dell’arte come disciplina scolastica Dal primo Novecento al secondo dopoguerra (EUM, Edizioni dell’Università di Macerata, pp. 256, euro 20,00). Il libro ripercorre l’affermazione della storia dell’arte come materia scolastica nel secolo scorso: una difficile imposizione, come esprimono le disincantate espressioni – «Cenerentola» e «parente pauvre», appunto – rispettivamente di Adolfo Venturi e di Roberto Longhi.
Negli ultimi vent’anni questo tema ha conosciuto un crescente interesse, con gli studi di storici dell’arte come Massimo Ferretti, Elena Franchi, Irene Baldriga, per fare solo alcuni nomi. Sani lo affronta invece dalla prospettiva di uno storico dell’educazione, con un’attenzione particolare alle normative giuridiche e al loro impatto sulle istituzioni scolastiche. Di quella lunga vicenda l’autore rende conto riportando gli accesi dibattiti parlamentari, le invettive degli intellettuali, le resistenze dei politici, fornendo con estrema precisione rinvii a circolari, leggi, decreti e regolamenti, ma anche documenti inediti, in buona parte riportati in extenso nella ricca Appendice documentaria. In tal modo anche i dibattiti teorici inerenti i programmi, la storia ‘materiale’ degli strumenti didattici ne escono rinforzati, alcuni protagonisti risaltano con maggior nettezza.
Materia ancillare – ora della storia, ora della letteratura –, occasione di diletto o orpello decorativo dell’educazione ottocentesca intrisa di sentimentalismi, fu solo ai primi del Novecento, con l’operato di Adolfo Venturi (dal 1901 titolare della prima cattedra italiana di Storia dell’arte medievale e moderna alla Sapienza), con i suoi reiterati appelli sulle pagine de «L’Arte» e dal 1924 anche come senatore del Regno, che alla disciplina si riconobbe uno statuto autonomo, affermandone il ruolo centrale per la formazione dei giovani italiani. Momento cardine di questa storia fu la Riforma Gentile del 1923, che introdusse definitivamente la materia come obbligatoria nei licei classici, e come facoltativa nel nuovo Liceo femminile: con una specifica significativa, perché qui si doveva insistere maggiormente sulle «cosiddette arti decorative considerata la funzione che la donna assume nell’ordinamento estetico della casa». Si trattava ancora di insegnamenti conferiti «per incarico» dai presidi, una situazione di estrema precarietà di cui avranno a soffrire numerosi allievi – soprattutto donne – di Venturi…

https://ilmanifesto.it/storia-dellarte-la-parente-povera-sui-banchi-di-scuola

 
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