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Schopenhauer lettore di Spinoza Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

Schopenhauer lettore di Spinoza

Le chiose all'Etica

Busellato Stefano

Spinozana

Disponibilità: disponibile

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Note sul testo

Quello che Schopenhauer ebbe con il pensiero spinoziano fu un rapporto profondo la cui importanza emerge con chiarezza dall’opera del tedesco. Ma anche un rapporto stranamente trascurato dalla letteratura. Viene qui analizzato alla luce delle chiose di studio lasciate da Schopenhauer sulla propria copia dell’Ethica le quali rivelano, oltre al serrato confronto decisivo per la formazione del pensiero schopenhaueriano, anche qualcosa che va oltre l’erudizione: attraverso le sottolineature, i numerosi commenti o i veementi segni di interiezione che vengono disseminati per proposizioni e scolii vibra una carica schiettamente umana, come in un dialogo a distanza che mostra uno dei più luminosi esempi di ciò che è la passione per la conoscenza.

Note sull'autore

Stefano Busellato ha conseguito il Perfezionamento in Scienze della Cultura presso la Scuola Internazionale Alti Studi San Carlo di Modena, il Dottorato di Ricerca in Storia della Filosofia presso l’Università di Macerata; è stato Assegnista di Ricerca presso l’Università di Siena e docente di Filosofia della Pace presso l’Università di Pisa. Attualmente lavora per il Dipartimento di Filosofia dell’Università di São Paulo. Specialista del pensiero nietzscheano, filosofia estetica e filosofia della letteratura, ha al suo attivo la pubblicazione di diversi volumi tra i quali Nietzsche e lo scetticismo (eum, 2012).

Indice

Nota editoriale

Introduzione

Bibliografia essenziale

Ethica. Etica
Pars prima, De Deo. Parte prima, Dio
Pars secunda, De natura et origine mentis. Parte seconda, Origine e natura della mente
Pars tertia, De origine et natura affectuum. Parte terza, Origine e natura dei moti dell’animo
Pars quarta, De servitute humana seu de affectuum viribus. Parte quarta, La schiavitù umana ossia le forze dei moti dell’animo
Pars quinta, De potentia intellectus, seu de libertate humana. Parte quinta, La potenza dell’intelletto ovvero la libertà umana

Indice dei nomi

  • Autore/i Busellato Stefano
  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-422-1
  • Linea Editoriale eum dir
  • Numero pagine 331
  • Formato 14x21
  • Anno 2015
  • Editore © 2015 eum edizioni università di macerata
Rivista di storia della filosofia
Eum Redazione

di Giovanni Rota, Recensioni, Rivista di storia della filosofia, anno LXXII, nuova serie, 4/2017, pp.724-729

Arthur Schopenhauer acquistò i Benedicti de Spinoza opera quae supersunt omnia, curati nel 1802 da Heinrich Eberhard Gottlob Paulus, intorno al 1811, in concomitanza con il suo passaggio da Gottinga (dove aveva ascoltato le lezioni, che alla lunga giudicò insoddisfacenti, di Enesidemo Schulze) all'università di Berlino, dove ebbe come professori Fichte e Schleiermacher. Il libro di Stefano Busellato affronta il tema del rapporto tra Schopenhauer e Spinoza a partire dai commenti, dalle note di lettura e dalle sottolineature all'Ethica del filosofo di Danzica. Questi erano stati segnalati da Arthur Hübscher nel quinto volume di Der handschriftliche Nachlaß (DTV, Frankfurt a.M. 1975, pp. 166-174). Già sfogliando queste pagine di Hübscher e confrontandole con le annotazioni schopenhaueriane a libri di altri importanti filosofi del passato, ci si può rendere conto dell'importanza della lettura dei testi spinoziani nella formazione del pensiero di Schopenhauer. Basti l'osservazione che, nel volume di Hübscher, il numero delle pagine occupate dalle annotazioni a Spinoza è superato solo dalle glosse riservate alle opere di Kant e di Fichte. L'introduzione di Busellato copre le pagine 9-88, mentre alle pp. 90-328 si trovano riprodotti i passi dell'edizione di Paulus con gli interventi di Schopenhauer (a fronte la traduzione italiana di Paolo Cristofolini).
Spiega Busellato nell'impostare la propria Introduzione: «Pur nella diversità del periodo in cui operarono, nella dissimiglianza dei loro caratteri, nella differenza delle rispettive proposte di emancipazione, entrambi presentano affinità profonde, la più notevole tra le quali è il grandioso tentativo di reagire alle ristrettezze della vita costruendo un edificio speculativo dal quale potersi innalzare ad una contemplazione panoramica di natura puramente teoretica» (p. 11). È fuori di dubbio «lo stretto legame» (p. 51) tra il monismo della Volontà e la dottrina della sostanza spinoziana, che giustifica l'attenzione che si deve a glosse e commenti qui riprodotti; tanto più che, spiega il Curatore, «nei frammenti e nelle opere a stampa, queste chiose di lettura trovano un largo impiego» (p. 56). E in effetti, se si confrontano i riferimenti a Spinoza nelle opere pubblicate da Schopenhauer e questi marginalia, si trovano frequenti corrispondenze. Cosi, per fare un esempio, gli sprezzanti giudizi sui «miserevoli sofismi» di Ethica, IV, P29 e segg., che nel supplemento 7 del Mondo come volontà e rappresentazione aprono la strada alla critica dei «neo-spinozisti del tempo nostro», ovvero gli hegeliani animati da «spirito ciarlatanesco», trovano un puntuale riscontro nel commento alle medesime proposizioni («Miserrimarum sophisticationum concatenatio & contradictio aperta», p. 238)...

https://www.francoangeli.it/riviste/sommario.asp?IDRivista=45

 
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