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Libri, biblioteche e società Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

Libri, biblioteche e società

Studi per Rosa Marisa Borraccini

Alberto Petrucciani, Valentina Sestini, Federico Valacchi (a cura di)

Disponibilità: disponibile

15,20 €

Prezzo ridotto!

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16,00 €

Note sul testo
Tratto distintivo della personalità e della carriera di Rosa Marisa Borraccini è stata la costante apertura verso il mondo. Prima bibliotecaria, poi per molti anni docente di bibliografia e presidente della Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche, già prorettore nell'Università di Macerata, ha portato avanti con intelligente dedizione e sincero calore umano tante attività prestigiose e impegnative. Amici e colleghi, collaboratori e allievi, offrono nel volume i loro contributi su temi di ricerca e di riflessione a lei cari, tra libri, biblioteche e società.

Note sugli Autori
Alberto Petrucciani è professore ordinario di Bibliografia e biblioteconomia alla Sapienza Università di Roma, in cui coordina il Dottorato di ricerca in Scienze documentarie, linguistiche e letterarie; ha insegnato in precedenza nelle università di Bari e di Pisa. Attualmente si occupa soprattutto di storia delle biblioteche ed è autore di Libri e libertà: biblioteche e bibliotecari nell’Italia contemporanea (2012) e di numerosi saggi in riviste e miscellanee. È presidente del Comitato tecnico scientifico per le biblioteche e gli istituti culturali del MiBACT e membro del Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici.

Valentina Sestini è professore associato di Bibliografia e biblioteconomia e Storia del libro e dell’editoria presso l’Università di Messina. Il suo lavoro di ricerca è orientato prevalentemente sulle forme di produzione e circolazione del libro tra Cinque e Settecento, con particolare riferimento alle indagini paratestuali di edizioni di antico regime e sul ruolo delle donne tipografe. È condirettore, insieme a Marisa Borraccini, della rivista internazionale «Paratesto».

Federico Valacchi è professore ordinario di Archivistica presso l'Università di Macerata. I principali ambiti di ricerca sono quelli legati al rapporto tra tecnologie dell'informazione e archivi con particolare riferimento al web e alle problematiche di conservazione di lungo periodo del documento informatico. Più recentemente si è interessato al ruolo politico e sociale della disciplina archivistica riflettendo sui concetti di archivistica attiva e public archival science. Ha pubblicato monografie e articoli su riviste scientifiche del settore legate ai temi dell'automazione delle risorse archivistiche, della formazione professionale, della descrizione e della comunicazione archivistica.

Indice
Premessa

Bibliografia di Rosa Marisa Borraccini, a cura di Monica Bocchetta

Alfredo Serrai, Cultura e beni culturali

Giovanna Granata, Libri, biblioteche e società: le ricerche di Rosa Marisa Borraccini tra storia del libro e storia delle biblioteche

Edoardo Barbieri, Luca Rivali, La “mise en livre” del Cornu copiae nelle edizioni di Giovanni Tacuino (1496, 1501, 1504, 1508)

Paola Zito, Speculum. Riverberi editoriali quattro-cinquecenteschi nelle biblioteche conventuali

Lorenzo Baldacchini, L’edizione della Lauretanae Virginis historia di Girolamo Angelita e un’iniziale xilografica

Gianfranco Crupi, Il collezionismo della memoria mobile: gli alba amicorum

Monica Bocchetta, Nuove tessere del mosaico ad Ancona. Il libraio e «stampatore» Francesco Calcagni da Mantova (m. 1570) trait d’union fra Gennaro De Fagnolis e Francesco Salvioni

Angela Nuovo, Le prime edizioni della Gerusalemme liberata (1580-1581) nel contesto della legislazione cinquecentesca sulla stampa

Roberto Rusconi, Dopo la pubblicazione dell’Index librorum prohibitorum da parte di Clemente VIII nel 1596: una radiografia del posseduto librario da parte del clero regolare in Italia

Valentina Sestini, Repetita iuvant: Instruttione et avvertimenti per quelli che vogliono stampare libri in Roma (Roma, Stamperia Camerale, 1607)

Flavia Bruni, Prima del catalogo. L’accesso alle risorse in biblioteca nell’età moderna

Federica Formiga, Sviluppo dell’agricoltura nello Stato Veneto attraverso le accademie e la produzione editoriale (1768-1797)

Fiammetta Sabba, La biblioteca Cardelli a Roma nel XVIII secolo. Notizie a partire da una memoria inedita della contessa marchigiana Giustina Pianetti Cardelli

Paolo Tinti, La biblioteca del cardinale Fortunato Tamburini fra i libri dei benedettini di San Pietro di Modena

Vincenzo Trombetta, Dalle requisizioni all’uso pubblico: il patrimonio librario ecclesiastico del Regno di Napoli nel Decennio francese (1806-1815)

Stefano Gambari, Mauro Guerrini, Antonio Panizzi e le sue due antologie di letteratura italiana: Extracts from the Italian Prose Writers e Stories from Italian Writers

Pierluigi Feliciati, Le carte inesplorate e confuse. La gestione degli archivi amministrativi nel transito allo Stato unitario

Alberto Petrucciani, Dino Campana studente di chimica in biblioteca a Bologna

Giancarlo Petrella, «Il De Marinis non perde mai una occasione per dimostrare simpatia alla Biblioteca di Ferrara». Tammaro De Marinis, Giuseppe Agnelli e l’Ariostea. Frammenti di un carteggio

Enrico Pio Ardolino, «Mi perdoni se tiro l’acqua al mio mulino». Ancora su Augusto Campana e il Convegno internazionale di storia delle biblioteche (1954)

Chiara Faggiolani, «Uno e indivisibile è il problema del libro». Giulio Einaudi per la pubblica lettura

Antonella Trombone, Simona Turbanti, Il dottorato in Scienze del libro e del documento

Giovanni Di Domenico, Per una biblioteca inclusiva

Giovanni Solimine, Le biblioteche e il loro impatto sulla vita delle università

Maurizio Vivarelli, Leggere le informazioni: dal dato alla rete

Paola Castellucci, La visione del giudizio. Una prospettiva romantica

Federico Valacchi, Un coniglio dal cilindro. Per una possibile comunicazione degli archivi

Indice dei nomi

Note
In copertina: La Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (incisione di Francesco Bartolozzi da un disegno di Giuseppe Zocchi)

DOI Libri, biblioteche e società: https://doi.org/10.48219/RMB_60566751
DOI Le prime edizioni della Gerusalemme liberata (1580-1581) nel contesto della legislazione cinquecentesca sulla stampa, di Angela Nuovo: https://doi.org/10.48219/RMBAN_605667511

  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-658-4
  • Codice ISBN (PDF) 978-88-6056-675-1
  • DOI https://doi.org/10.48219/RMB_60566751
  • Numero pagine 463
  • Formato 14x21
  • Anno 2020
  • Editore © 2020 eum edizioni università di macerata
Paratesto
Eum Redazione

Di Romina Marcattili, Paratesto, Recensioni, 19 / 2022, pp. 124-128

Con la pluralità semantica dei suoi ventisette saggi di trenta autori diversi e la ricchezza di relazioni, anche umane, che lascia trapelare, il volume costituisce un tributo all’attività scientifica e accademica di Rosa Marisa Borraccini, un’attività svolta principalmente presso l’Ateneo maceratese, come docente e Prorettore (2010-2016), ma anche a Roma, come membro del dottorato in Scienze del libro e del documento – su cui si soffermano Antonella Trombone e Simona Turbanti (pp. 351-374) – e come socia e Presidente (2018-2020) della SISBB. Ne ripercorre idealmente i nodi tematici e i risultati epistemici la bibliografia a cura di Monica Bocchetta posta in apertura (pp. 13- 31), che dà conto, attraverso una puntuale registrazione in sette sezioni (monografie, curatele, saggi, schede di catalogo e voci di dizionario, banche dati, prefazioni e recensioni), dell’ampia produzione della dedicataria, delineandone un percorso di studi e di ricerca che dal 1975 al 2019 (limite temporale solo amministrativo ed editoriale) ha attraversato e continua ad attraversare tutte le discipline legate al mondo del libro e dei documenti scritti.
Le tappe principali di tale percorso e il metodo scientifico ad esso sotteso sono oggetto dell’approfondimento contenuto nel saggio di Giovanna Granata (pp. 43-58), saggio da cui è tratto il titolo del volume e che pertanto, oltre ad offrire una chiave di lettura delle ricerche di Borraccini, si pone come chiave interpretativa di tutto il libro. Esso, infatti, nella sua “indisciplinata” materia (per riprendere un aggettivo caro ad Augusto Campana, ricordato nel volume da Enrico Pio Ardolino), tocca svariati argomenti e con diversi stili narrativi sostanzia e chiarisce il nesso – ineludibile nella riflessione di Borraccini – esistente tra le parole libro e biblioteca, declinate al plurale, come la complessità dei fenomeni culturali e sociali in esse implicati richiede, e società, parola di per sé invariabilmente complessa e stratificata. Ѐ nella relazione tra questi termini e dunque nel nesso che lega le domande “cosa?” e “chi?” (la domanda sociale per eccellenza, sostiene Peter Burke) che si dipana il senso del volume e dello studio di Borraccini, uno studio appassionato e sempre inteso a restituire, attraverso una narrazione densa e problematizzante, il ruolo giocato dal libro nel contesto dei fenomeni storici, culturali e sociali di cui il libro stesso reca inevitabilmente l’impronta e in cui, nella sua doppia natura di contenuto e contenitore, agisce come potenziale innesco per altri e sempre nuovi fermenti.
Il porre l’accento, nel titolo del volume, sulla parola società sembrerebbe eludere o lasciare in ombra la dimensione culturale legata al libro e in modo più esteso all’universo documentale, dimensione che invece impronta di sé tutto il sottotesto dei contributi raccolti nella miscellanea e che è oggetto del saggio introduttivo di Alfredo Serrai (pp. 33-42). Emerge, dalla riflessione di Serrai, la natura non quantitativa, ma critica, integrata, comunicativa, e quindi generativa della Cultura, da cui procede anche il valore della stessa, per il singolo individuo, per una determinata società e, in ultima analisi, per l’umanità intera che il singolo rappresenta.
Tenendo presente questo filo rosso, è possibile individuare nel volume diversi addensamenti tematici. Il primo di essi riguarda la storia del libro, intorno alla quale si focalizzano alcune delle vicende editoriali esaminate. Così, ad esempio, Edoardo Barbieri e Luca Rivali propongono il caso delle edizioni incunabole e postincunabole del Cornu Copiae di Niccolò Perotti da Sassoferrato (con implicito tributo a Borraccini per la presenza, nel testo, di questo e di altri personaggi marchigiani) nella veste meditata e innovativa o meglio, come suggeriscono gli autori, nella specifica mise en livre elaborata da Giovanni Tacuino (pp. 59-85). Interseca idealmente gli studi di Borraccini sul rapporto tra il mito lauretano e i fenomeni editoriali ad esso collegati il caso di studio presentato da Lorenzo Baldacchini, che nel suo saggio offre un’ipotesi di datazione per l’edizione della Lauretanae Virginis historia di Girolamo Angelita, sulla base di un’iniziale xilografica bibliologicamente parlante e dunque rivelatrice e portatrice di informazioni, come sempre lo sono gli elementi materiali di una pubblicazione, se interrogati nella giusta luce (pp. 103-109)…

http://www.libraweb.net/riviste.php?chiave=59

 
Recensione di Chiara Roberta Deidda, allieva della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
Eum Redazione

l volume “Libri, biblioteche e società. Studi per Rosa Marisa Borraccini" curato da Alberto Petrucciani, Valentina Sestini e Federico Valacchi ed edito per EUM nel 2020, è costituito da una miscellanea di ventisette contributi scritti da colleghi ed allievi di Rosa Marisa Borraccini, preceduti da una premessa e dalla bibliografia della studiosa.

Attraverso esso si cerca di ripercorrere la varietà di interessi e di ambiti di studio della maestra, collega e amica, evidenziando anche l’impegno e il costante interessamento verso la ricerca scientifica e la formazione, senza porre in secondo piano i suoi valori umani e il profondo attaccamento verso le Marche, sua regione natale e spesso oggetto privilegiato di studio. Una costante dedizione rivolta alla crescita della società contemporanea anche testimoniato dall'assegnazione del premio Fornarina di San Ginesio nel 2012, quale riconoscimento di virtù femminile nell’ambito sociale.

Rosa Marisa Borraccini, come introdotto nella premessa curata da Petrucciani, Sestini e Valacchi, oltre ad essere stata prima bibliotecaria e dopo docente di “Scienze del libro e delle biblioteche” presso l’Università di Macerata, ha rivestito ulteriori ruoli preminenti sempre presso la stessa come quello di prorettrice dell’ateneo dal 2010 al 2016 e di presidente della casa editrice dell’Università di Macerata (CEUM) dal 2011 al 2018. Peraltro dal 2018 al 2020 è stata presidente della Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche (SISSB).

Dopo la breve prefazione, si può ritrovare una parte dedicata alla bibliografia di Rosa Marisa Borraccini curata dall’allieva Monica Bocchetta che testimonia, attraverso la suddivisione delle pubblicazioni in sette macrosettori, la lunga ed intensa attività di ricerca scientifica. Ad esso segue il contributo di Alfredo Serrai attraverso cui si cerca di riflettere sulla definizione di cultura e di conseguenza su quella di beni culturali. Un’introduzione imprescindibile per un volume intitolato ai libri e alle biblioteche, da cui poi si può procedere delineando, con il contributo di Giovanna Granata, le principali ricerche di Borraccini tra storia del libro e storia delle biblioteche in pieno dialogo con la società, che saranno il filo conduttore degli interventi successivi dedicati alla studiosa. Un contesto di analisi, ricerche e studi esteso sia nel tempo che nello spazio coinvolgendo un ampio ventaglio di agenti che partecipano alla trasmissione della conoscenza. Si possono individuare molti interessi maturati nel corso del tempo tra cui figurano, in una prima fase, quelli relativi allo studio dell’istituzione scolastica, intesa anche come “motore propulsore” della cultura all’interno di un territorio.

Nell’ambito della formazione, tema come già detto molto caro a Borraccini, Antonella Trombone e Simona Turbanti riflettono ed esaminano il “Dottorato di ricerca in Scienze del libro e del documento”, istituito dall’Università di Roma la Sapienza nel 2007, del cui Collegio docenti l’omaggiata ha fatto parte fin dall’inizio.

Indubbiamente anche gli istituti bibliotecari nelle loro varie sfaccettature rientrano a pieno titolo negli interessi e negli ambiti di ricerca di Borraccini. Proprio per questo motivo, e soprattutto per la fondamentale partecipazione della studiosa al progetto di ricerca sull’ Inchiesta della Congregazione dell’Indice, Roberto Rusconi le dedica un contributo che mette in evidenza l’importanza svolta dall’ Index librorum prohibitorum, pubblicato da papa Clemente VIII nel 1596, nella ricostruzione del patrimonio librario appartenente al clero regolare e andato disperso con la soppressione degli ordini religiosi. Sempre inerente alle biblioteche di origine ecclesiastica ritroviamo le ricerche di Paolo Tinti, Vincenzo Trombetta e Flavia Bruni. Il primo mette in luce le volontà testamentarie del cardinale Fortunato Tamburini le quali prevedevano la donazione della sua biblioteca al monastero di San Pietro di Modena dopo la sua morte che avverrà nel 1761. Il secondo, invece, si focalizza sulle requisizioni del patrimonio librario appartenente alle comunità monastiche e conventuali del Regno di Napoli, avvenute tra il 1806 e il 1815. Infine, Bruni analizza l’esempio dell’inventario della biblioteca aretina dei Servi di Maria di San Pier Piccolo al fine di riflettere sulle modalità sia di gestione che di accesso alle risorse bibliotecarie in età moderna.

Per ciò che concerne le biblioteche private si può individuare lo studio di Fiammetta Sabba riguardante la biblioteca Cardelli di Roma, attiva nel diciottesimo secolo ma oggi dispersa, le cui notizie sono emerse grazie alla memoria della marchesa Giustina Pianetti Cardelli.

Altri significativi contributi riguardano le biblioteche pubbliche e si concentrano, nel caso di Alberto Petrucciani, sugli accessi e sui prestiti effettuati dal poeta Dino Campana presso le biblioteche di Bologna, in particolare quella universitaria, durante i suoi studi di chimica. Per quanto riguarda quello di Chiara Faggiolani, il focus viene posto sulla costituzione della biblioteca pubblica “Luigi Einaudi” nel comune di Dogliani da parte dell’editore Giulio Einaudi, in linea con la rilevanza riconosciuta alla lettura e ai libri. Sempre riguardo le biblioteche non si possono non segnalare gli studi di Giovanni di Domenico, Giovanni Solimine, Enrico Pio Ardolino e Giancarlo Petrella. Mentre il primo evidenzia la necessità di rendere le biblioteche accessibili e inclusive, il secondo analizza le funzioni che le biblioteche universitarie e i loro servizi rivestono attualmente nella vita di coloro che svolgono attività di studio e di ricerca e in che modo potrebbero divenire meno marginali. Ardolino si sofferma sulla figura di Augusto Campana, bibliotecario e docente che si preoccupò anche di organizzare nel 1954 il primo “Convegno internazionale di storia delle biblioteche”.
Ed infine Petrella che, attraverso un carteggio, ricostruisce i rapporti intrattenuti tra l’antiquario Tammaro de Marinis e Giuseppe Agnelli, direttore della biblioteca Ariostea, che concernono alcune trattative per lo scambio e la donazione di libri riguardo lo stesso istituto culturale ferrarese.

Numerosi sono anche i contributi dedicati alle ricerche inerenti la produzione libraria e le vicende tipografiche, tenendo anche in considerazione gli elementi testuali e paratestuali. A tal proposito si ritrova la ricerca di Edoardo Barbieri e Luca Rivali concernente la “mise en livre” del Cornu Copiae di Niccolò Perotti nelle svariate edizioni dell’editore-tipografo Giovanni Tacuino tra fine del XV secolo e inizi del XVI, attraverso anche un confronto con quelle di Aldo Manuzio. Oppure l’intervento di Lorenzo Baldacchini relativo allo studio del Lauretanae Virginis Historia di Girolamo Angelita a partire da un’indagine eseguita sull’iniziale xilografica posta sotto la dedica. Non meno importante quello di Monica Bocchetta concernente una ricerca condotta nei confronti della tipografia anconetana del XVI secolo e nello specifico le vicende che, a tal proposito, crearono un nesso tra le aziende di Gennaro Fagnolis, Francesco Calcagni e Francesco Salvioni. Altrettanto interessanti sono gli studi di Angela Nuovo, relativi alla complicata vicenda tipografica della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, quello di Valentina Sestini che delinea le istruzioni di stampa emanate a Roma nel XVII secolo dal domenicano Giovanni Maria Guanzelli, detto Brisighella, al fine di monitorare e censurare la produzione libraria della post-Controriforma. Sempre nello stesso ambito si individuano i contributi di Paola Zito e di Federica Formiga. Mentre il primo si preoccupa di ricercare le occorrenze del termine “speculum” e delle sue varianti in volgare nella produzione editoriale tra XV e XVII secolo e nelle raccolte librarie religiose di quel periodo, il secondo invece, evidenzia il ruolo preminente che ricoprirono l’attività tipografica e le accademie tra il 1768 e il 1797 per favorire lo sviluppo dell’agricoltura all’interno dello Stato Veneto.

Ancora attorno all'universo librario si possono ritrovare anche gli studi di Gianfranco Crupi e quelli di Stefano Gambari in sodalizio con Mauro Guerrini. Rispettivamente il primo riguardo il particolare genere librario dell’“album amicorum” ed il secondo rispetto all’importanza delle due antologie di letteratura italiana - Extracts from the Italian Prose Writers e Stories from Italian Writers - realizzate da Antonio Panizzi, docente di letteratura italiana presso la London University.

Tenendo in considerazione l’interdisciplinarietà degli interessi di Rosa Marisa Borraccini, caratterizzati da uno sguardo rivolto anche verso altri campi di ricerca tra cui per esempio l’archivistica, ritroviamo i contributi di Pierluigi Feliciati e Federico Valacchi. Nel primo caso ci si focalizza sulla trasformazione degli archivi amministrativi e della relativa gestione a seguito dell’unificazione italiana, identificando il caso parmense come esemplare. Nel secondo caso, invece, si evidenzia l’importanza e la complessità della comunicazione archivistica. Un’attività che potrebbe essere condotta anche attraverso l’immaginazione, come testimoniato per esempio da Le avventure di Archinia.

E per ultimi, ma non per importanza, non possono non essere menzionati i contributi di Maurizio Vivarelli e quello di Paola Castellucci. Il primo esamina in che modo la lettura può essere analizzata ed interpretata utilizzando per esempio i dati provenienti dal social reading Anobii, focalizzandosi in questo caso sul libro Gomorra di Roberto Saviano. Infine il secondo riflette sui metodi di valutazione della ricerca, proponendo una “visione romantica" del giudizio concentrandosi, a tal proposito, sull’analisi della Visione del Giudizio di Lord Byron .

In conclusione, “Libri, biblioteche e società. Studi per Rosa Marisa Borraccini" rappresenta un fondamentale riconoscimento e tributo alla straordinaria e trasversale carriera ed attività di ricerca della prof.ssa Borraccini. Un’attività professionale e una personalità caratterizzata, come affermato nella premessa dell’opera e attestato dalla varietà dei contributi che compongono questo pregevole e interessante volume a lei dedicato, da una “costante apertura verso il mondo” e da una profonda devozione nei confronti dei libri.
E d’altronde in che modo rendere onore a Rosa Marisa Borraccini se non attraverso un libro?

Chiara Roberta Deidda

 
Nuovi Annali
Eum Redazione

Di Maria Gioia Tavoni, «Nuovi Annali», anno XXV, 2021, pp. 325 - 326

Il volume si apre con la bibliografia di Rosa Marisa Borraccini, curata da Monica Bocchetta, che, oltre a mettere in luce la complessità dei suoi studi e la loro molteplicità, permette soprattutto di conoscere tutti i settori bibliografici in cui la festeggiata si è cimentata, armonicamente fusi con le finalità che i tre curatori si sono dati, tessendo l'ossatura di questa meritoria pubblicazione.
In linea con l'articolazione del volume è il saggio introduttivo di Alfredo Serrai, il quale, da par suo, ha elegantemente affrontato il concetto di cultura anche nella sua fusione con i beni librari, meritorio preambolo del nesso che congiunge fra loro tutti gli interventi.
Notevole è il profilo di Rosa Marisa Borraccini, steso da Giovanna Granata, che ci ha offerto, della studiosa, materiale non da tutti conosciuto, e svela un quadro di vita vissuta nella pienezza dei valori etici e scientifici che hanno sempre connotato il suo sentire fin da quando, giovane, si è formata in biblioteca. Le biblioteche erano infatti un bacino allora privilegiato, da cui attingere forza lavoro, personale qualificato, e che, negli anni Settanta e nel decennio successivo, permise di poter formare all'interno delle istituzioni un personale idoneo anche per la docenza, come fu nel caso della Borraccini. E se, dapprima, la studiosa svolge il suo apprendistato in biblioteca, non la si creda solo ancorata a lavori repertoriali, importanti ai fini della ricerca e resi meno aridi proprio in quegli anni di amalgama catalografico. La Borraccini ha iniziato fin da subito a scavare fra le carte d'archivio e, grazie al background di forte cultura che le proviene dal rigore della scuola filologica del suo maestro Rino Avesani, del quale è restata sempre amica devota, ha saputo e potuto coniugare insieme nella sua interpretazione, il dato storico con quello bibliografico nell'accezione più lata del termine. Ciò che con qualche difficoltà si coglie dalla bibliografia, si rileva, dunque, appieno, nel profilo steso dalla Granata, che non tralascia di far riferimento a tutti i più importanti studi della Borraccini, non unicamente quelli della gioventù, ma cogliendo l'ampio spettro delle sue ricerche che vedono un approdo negli studi confluiti nella RICI (Ricerca sull'Inchiesta della Congregazione dell'Indice). La Borrraccini non si è tuttavia arrestata a quel traguardo, ma ha aperto altre strade di ricerca, tutte di pregnante significato, e anch'esse modelli per le allieve, studiose fra le quali considero pure la Granata con la quale ha lavorato, e diverse altre che ne continuano e continueranno gli studi, come accade con i veri maestri.
Ho introdotto il termine ‘nesso’ e mi spiego meglio, dicendo che ho avvertito nella struttura dei saggi e nella loro articolazione, un legame, ovvero un nesso, captando la terminologia dalla scienza archivistica. Ed è infatti in senso archivistico, che i contributi del libro sono legati uno all’altro, sia che trattino argomenti in armonia con le tesi espresse dai lavori della Borraccini, o siano una continuazione di alcune strade aperte sempre da lei, vera maestra degli studi bibliografici in tutti gli anfratti dello studio dei libri. Basterà infatti guardare attentamente il Sommario del volume, chiamato a mio parere in modo errato Indice, per rendersi conto, dai titoli parlanti, quali i saggi in continuazione degli studi della festeggiata, e quali invece le novità di ricerca. La stessa disposizione dei vari titoli nell’Indice non segue un ordine alfabetico, ma per argomenti. Basti un solo esempio: il saggio di Lorenzo Baldacchini che è un cammeo, in continuazione di uno studio proprio della Borraccini, e quello che invece segue suoi campi di ricerca, come l’intervento di Paolo Tinti, con la ricerca sulla biblioteca di un cardinale del Settecento, i cui libri sono convenuti in una sede religiosa, con trascritta la lista da documenti originali.
La Borraccini continua a produrre con intensità, pur essendo curatrice insieme a Valentina Sestini del ‘dono’ lasciato in eredità di Marco Santoro, la rivista «Paratesto», da lui fondata e che mi ha visto condirettrice, e per chi la guida oggi, un onore certo non di poco conto.
Da sempre ricercatrice, la Borraccini, lo è stata anche quando ha ricoperto prestigiosi incarichi, quale il ruolo di prorettore dell’Università di Macerata dal novembre 2010 all’ottobre 2016, e rivestendo, dal gennaio 2018 al febbraio 2021, la carica di presidente della Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche (SISB), dopo esserne stata vicepresidente nel triennio 2015-2017. E non va dimenticata la solerzia e la laboriosità con cui ha guidato la EUM, casa editrice dell’ateneo maceratese, che ha accolto con favore il libro in suo onore. Sono stati compiti molto gravosi che la Borraccini ha portato avanti con il suo consueto impegno, senza mai tralasciare la ricerca né archivistica né bibliografica.
Resta il dispiacere di chi scrive per non aver partecipato a questo doveroso omaggio, una Festschrift fra le migliori dedicate a veri maestri. Pochi erano i miei saggi nell’ambito delle biblioteche religiose in cui avrei voluto collocare il mio intervento, e poco il tempo che mi era stato concesso per la consegna di un lavoro nuovo e oneroso per la ricerca. Ma se avrò l’onore di fare con Marisa un saggio a quattro mani, come vivamente spero, potremo insieme parlare de L’Enfer in Paradiso, l’intervento che avrei voluto dedicarle, al posto della plaquette con cui la ho omaggiata nello stesso modo di un’altra insigne studiosa, Anna Giulia Cavagna, che è stata onorata, come merita, da molti colleghi con la miscellanea Itinerari del libro nella storia, uscita nel 2017 a cura di Francesca Nepori, Fiammetta Sabba e Paolo Tinti.

 
TECA
Eum Redazione

Di Anna Bernabè, Rassegne, recensioni e schede, TECA, volume XI, numero 3ns (giugno 2021), pp. 127-131

Un volume in onore della multiforme attività didattica, scientifica e bibliotecaria di Rosa Marisa Borraccini non poteva che rispecchiarne la ricchezza degli interessi, ed offrire un tributo al suo impegno, negli anni con intelligenza declinato in diversi settori afferenti alle scienze del libro e della biblioteca, ed elargito senza mai far venire meno l’attenzione ai rapporti interpersonali e alla valorizzazione di allievi e giovani ricercatori.
A confermare ciò sono le parole della breve ma intensa premessa che i tre curatori del volume antepongono all’articolarsi dei ventisette saggi lì contenuti, e che concludono con una riflessione sulla continuità della ricerca, «ogni giorno» - unita ad un affettuoso richiamo al piacere di collaborare con «Marisa», in quella condivisa attività di ricerca nella quale ella sempre offre i frutti delle sue doti intellettuali ed umane (pp. 11-12:12).
La varietà dei temi di cui negli anni la studiosa si è occupata si evince in primis dalla Bibliografia di Rosa Marisa Borraccini dal 1975 al 2020, curata dall’allieva Monica Bocchetta che suddivide i lavori in base alla categoria del «prodotto» scientifico (monografia, curatela, saggio etc.) e sceglie di includervi anche una sezione sulle banche dati, ove la Maestra ha evidenziato la sua lungimirante attenzione «alle questioni del digitale in relazione alla diffusione dei risultati della ricerca» (pp. 13-31:13). Scorrendo i titoli si desume una chiave per interpretare l’articolata proposta della miscellanea, coerente con la sua natura e con i suoi scopi: si tratta di un mosaico di approfondimenti dove si ravvisano alcuni dei numerosi filoni di studio cari a Borraccini, ed in ciascuno dei quali si è concretizzata la sua solida impostazione metodologica, modus operandi che Giovanna Granata non manca di evidenziare nel profilo scientifico della studiosa. Un esempio per tutti offre Granata: la vera e propria ‘tabella di marcia’ alla base di un contributo scritto da Borraccini trent’anni fa (in Una facoltà allo specchio. Le tesi di laurea della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Macerata, 1964-65/1988-89, 1991) e che ancora oggi rappresenta una guida utile a chi si affaccia al mondo dell’indagine scientifica: «la sistematicità dell’analisi, la sicura padronanza dello status quaestionis, la ricognizione analitica dei diversi aspetti implicati, sul piano tecnico e normativo, l’esame delle buone prassi seguite a livello internazionale» (pp. 43-58:46). Sul fronte dei contenuti, anche dai titoli della Bibliografia si colgono non solo la tensione di Borraccini alla ricerca di una comprensione profonda del proprio contesto locale, il marchigiano, per poi estendersi al di là di tali confini geografici e culturali, ma anche la consapevolezza che la scuola è il «primo fermento culturale del territorio» (pp. 44-45): due aspetti, considerazione del contesto e attenzione alla trasmissione del sapere, i quali sono senza dubbio due elementi portanti dell’intera sua produzione.
La cultura e i beni culturali, quindi, non possono che essere il punto di partenza degli itinerari esplorativi intrapresi dalla studiosa, e con questa idea si apre anche il percorso di studi in suo onore tracciato da Petrucciani, Sestini e Valacchi, che lo inaugurano con la profonda riflessione offerta da Alfredo Serrai sui principali riferimenti lessicali sottesi all’orizzonte professionale e scientifico (pp. 33-42). Per Serrai la «Cultura» è, secondo l’idea classica, «un modo per accrescere la propria umanità innalzandola ai livelli intellettualmente più significativi e simbolicamente più produttivi» e i «Beni Culturali» sono oggetti fisici recanti «significati, manifestazioni, od espressioni giudicati non meramente di valore storico o testimoniale, ma intrisi di elevata qualità mentale ed intellettuale, vuoi spirituale come emotiva, letteraria e poetica, armoniosa ed evocativa» (p. 39). Si può dunque radicare in questa prospettiva ampia il settore d’indagine sulle biblioteche ecclesiastiche cui Borraccini ha prestato il suo impegno, nel sodalizio di lunga data con Roberto Rusconi, poi anche con Granata, e che si è esplicitato specie nell’analisi dei Codici Vaticani Latini contenenti le liste dei libri (dei «beni culturali») richiesti alle case religiose italiane dalla Congregazione dell’Indice. A questo indirizzo fanno capo nel volume il saggio dello stesso Rusconi, che ai risultati condivisi con la collega desidera qui aggiungere un tassello (pp. 161-169), ed il lavoro di Paola Zito sul titolo Speculum, «termine dell’estesissimo spettro semantico», e la sua presenza nelle biblioteche conventuali (pp. 87-101:87). Sulla stessa linea si snodano poi il focus di Paolo Tinti, da cui emerge il dialogo fra la collezione privata di un alto prelato, allievo di Benedetto Bacchini e amico di Muratori, e la biblioteca benedettina emiliana nella quale è confluita (pp. 221-232), e l’approfondimento di Vincenzo Trombetta dedicato al contesto bibliotecario ecclesiastico napoletano del primo Ottocento (pp. 233-244).
Se lo studio delle biblioteche religiose ha senza dubbio caratterizzato gli interessi di Borraccini, che ha svolto la professione ‘sul campo’ prima di aprirsi all’attività accademica e consolidare così la base teorico–scientifica delle numerose iniziative intraprese, la stessa si è sempre dedicata con passione all’indagine sulle biblioteche tutte, e sui diversi aspetti che le caratterizzano. A questo tratto della produzione borracciniana si riconosce legata, ad esempio, l’attenzione alle biblioteche private, qui richiamata dal contributo di Fiammetta Sabba su quella romana dei Cardelli, a dimostrazione di come l’analisi di una raccolta libraria di famiglia possa diventare un punto di vista privilegiato per lo studio della storia «non solo bibliotecaria» (pp. 205-220:220). E connesse all’analisi delle biblioteche sono senza dubbio le ricerche sui bibliotecari, rappresentate dalle pagine scritte a quattro mani da Stefano Gambari e Mauro Guerrini sull’Antonio Panizzi docente alla London University prima di assumere l’incarico, che lo ha reso celebre, al British Museum (pp. 245-259). Si innesta qui lo studio dei bibliotecari e del loro entourage a partire dalle carte giunte a noi, studio che interpreta pure quel «rapporto stretto e costante con le cattedre di archivistica, diplomatica e paleografia» coltivato da Borraccini docente nell’Ateneo maceratese (p. 11) e nel volume richiamato, ad esempio, dall’apporto di Federico Valacchi che discute l’urgenza e la complessità della «comunicazione archivistica» (pp. 427-444:428). Al tema della ricerca sui bibliotecari fondata sulla consultazione delle loro carte fanno capo, fra gli altri, gli approfondimenti di Giancarlo Petrella sul rapporto fra Tammaro De Marinis e il ferrarese Giuseppe Agnelli (pp. 297-319), e quello di Enrico Pio Ardolino su Augusto Campana (pp. 321-334). E gli studi sulle biblioteche non possono non passare attraverso la lente della sensibilità dei loro lettori, che con esse si pongono in dialogo (e in sinergia): è in quest’ottica che Alberto Petrucciani trova le evidenze per trattare di un giovane Dino Campana «piuttosto diverso dal solito» (pp. 279-296:296), mentre Chiara Faggiolani conduce a soffermarsi sull’iniziativa privata (dell’editore Einaudi) per la lettura e le biblioteche, a beneficio della collettività (pp. 335-349).
La storia della costituzione della Biblioteca pubblica di Dogliani grazie all’intervento di Giulio Einaudi, inoltre, introduce un altro aspetto del profilo scientifico di Borraccini, quale l’approccio gestionale alla biblioteca: nella miscellanea esso si ravvisa in temi di grande attualità, come il concetto di «inclusione» contestualizzato nel settore bibliotecario da Giovanni Di Domenico (pp. 375-387), o l’impatto delle biblioteche nelle università, su cui si concentrano le riflessioni di Giovanni Solimine (pp. 389-399) e che pure rende omaggio all’esperienza di Borraccini quale prorettore vicario dell’Università di Macerata (2010-2016) - della cui Biblioteca ella stessa già aveva delineato lo sviluppo negli «Annali di storia delle Università italiane» (2009).
Ampio è dunque il ventaglio degli incarichi ricoperti da Borraccini nel corso della sua carriera, rispecchiati in gran parte nell’opera corale allestita in suo onore. Fra essi, la direzione, tuttora in corso, di «Paratesto», la rivista fondata da Marco Santoro e Maria Gioia Tavoni, volta ad ampliare il Gérard Genette di Seuils (1987). E agli studi sul paratesto fanno capo nel volume il lavoro di Edoardo Barbieri e Luca Rivali sulla vicenda editoriale del Cornu copiae di Niccolò Perotti caratterizzata dalle iniziative di Aldo Manuzio e di un Giovanni Tacuino dotato di notevole «capacità innovativa» (pp. 59-85:78), e quello di Lorenzo Baldacchini, che interviene su un’iniziale figurata e nel contempo richiama un tema presente anche negli studi di Borraccini, quale la ricezione nel mondo dell’editoria della devozione alla marchigiana Vergine di Loreto (pp. 103-109).
Il libro manoscritto e a stampa, le carte d’archivio, fino ad arrivare al contemporaneo universo dei dati, passando per le competenze del bibliotecario e dello studioso della disciplina, sono altri temi abbracciati dalla miscellanea e che integrano l’articolato panorama degli studi su libri e biblioteche ben noto a Borraccini, dal 2018 al 2020 presidente della prestigiosa Società Italiana di Scienze Bibliografiche e Biblioteconomiche (SISBB). Nell’impossibilità di menzionare tutti i contributi, egualmente importanti, nuovi e ricchi di spunti, si riporta infine il sommario del volume, per confermare l’evidenza di una raccolta di saggi organica e sapientemente strutturata - oltre che corredata da un utile Indice dei nomi (pp. 445-463).

Alfredo Serrai, Cultura e beni culturali; Giovanna Granata, Libri, biblioteche e società: le ricerche di Rosa Marisa Borraccini tra storia del libro e storia delle biblioteche; Edoardo Barbieri e Luca Rivali, La “mise en livre” del Cornu copiae nelle edizioni di Giovanni Tacuino (1496, 1501, 1504, 1508); Paola Zito, Speculum. Riverberi editoriali quattro-cinquecenteschi nelle biblioteche conventuali; Lorenzo Baldacchini, L’edizione della Lauretanae Virginis historia di Girolamo Angelita e un’iniziale xilografica; Gianfranco Crupi, Il collezionismo della memoria mobile: gli alba amicorum; Monica Bocchetta, Nuove tessere del mosaico ad Ancona. Il libraio e «stampatore» Francesco Calcagni da Mantova (m. 1570) trait d’union fra Gennaro De Fagnolis e Francesco Salvioni; Angela Nuovo, Le prime edizioni della Gerusalemme liberata (1580-1581) nel contesto della legislazione cinquecentesca sulla stampa; Roberto Rusconi, Dopo la pubblicazione dell’Index librorum prohibitorum da parte di Clemente VIII nel 1596: una radiografia del posseduto librario da parte del clero regolare in Italia; Valentina Sestini, Repetita iuvant: Instruttione et avvertimenti per quelli che vogliono stampare libri in Roma (Roma, Stamperia Camerale, 1607); Flavia Bruni, Prima del catalogo. L’accesso alle risorse in biblioteca nell’età moderna; Federica Formiga, Sviluppo dell’agricoltura nello Stato Veneto attraverso le accademie e la produzione editoriale (1768-1797); Fiammetta Sabba, La biblioteca Cardelli a Roma nel XVIII secolo. Notizie a partire da una memoria inedita della contessa marchigiana Giustina Pianetti Cardelli; Paolo Tinti, La biblioteca del cardinale Fortunato Tamburini fra i libri dei benedettini di San Pietro a Modena; Vincenzo Trombetta, Dalle requisizioni all’uso pubblico: il patrimonio librario ecclesiastico del Regno di Napoli nel Decennio francese (1806-1815); Stefano Gambari e Mauro Guerrini, Antonio Panizzi e le sue due antologie di letteratura italiana: Extracts from the Italian Prose Writers e Stories from Italian Writers; Pierluigi Feliciati, Le carte inesplorate e confuse. La gestione degli archivi amministrativi nel transito allo Stato unitario; Alberto Petrucciani, Dino Campana studente di chimica in biblioteca a Bologna; Giancarlo Petrella, «Il De Marinis non perde mai una occasione per dimostrare simpatia alla Biblioteca di Ferrara». Tammaro De Marinis, Giuseppe Agnelli e l’Ariostea. Frammenti di un carteggio; Enrico Pio Ardolino, «Mi perdoni se tiro l’acqua al mio mulino». Ancora su Augusto Campana e il Convegno internazionale di storia delle biblioteche (1954); Chiara Faggiolani, «Uno e indivisibile è il problema del libro». Giulio Einaudi e la pubblica lettura; Antonella Trombone e Simona Turbanti, Il dottorato in Scienze del libro e del documento; Giovanni Di Domenico, Per una biblioteca inclusiva; Giovanni Solimine, Le biblioteche e il loro impatto sulla vita delle università; Maurizio Vivarelli, Leggere le informazioni: dal dato alla rete; Paola Castellucci, La visione del giudizio. Una prospettiva romantica; Federico Valacchi, Un coniglio dal cilindro. Per una possibile comunicazione degli archivi.

Libri, biblioteche e società, dunque, si intitola il volume miscellaneo, ben curato anche dal punto di vista grafico e redazionale, ed uscito per quelle Edizioni Università di Macerata (EUM) a lungo presiedute dalla stessa Borraccini. A «libri», «biblioteche» e «società», tre concetti interdipendenti, in sinergia fra loro, ci riconduce l’immagine scelta per la copertina: un’incisione raffigurante la Biblioteca Medicea Laurenziana. Nello sviluppo storico dell’istituto fiorentino, infatti, il prezioso contenuto - a partire proprio dalla raccolta privata dei Medici - dialoga ancora oggi, in uno scambio raro ed entusiasmante, col suo contenitore michelangiolesco e con i professionisti che vi operano; e, come ci trasmette la lezione più profonda di Rosa Marisa Borraccini, è questo intero complesso a vivere compenetrandosi con la società, da quella cittadina a quella globale collegata alla rete, dal 1571 ad oggi.

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Orizzonti della Marca
Eum Redazione

Rosa Marisa Borraccini, la passione per i libri

di Alessandro Feliziani, Orizzonti della Marca, Orizzonti con libri, 3 aprile 2021, p. 3

Circa quarant’anni fa la biblioteca del giurista camerinese Francesco Marsili fu acquisita dall’università di Macerata. Quel passaggio di proprietà non poté sfuggire all’attenzione di Rosa Marisa Borraccini, studiosa di bibliografia e biblioteconomia, poi a lungo docente ordinaria al dipartimento di studi umanistici dell’Università di Macerata, ateneo in cui ha ricoperto incarichi di pro rettore e di presidente della casa editrice universitaria.
Con la sua profonda dedizione per tutto ciò che concerne archivi, biblioteche e il libro più in generale, la professoressa studiò a lungo il fondo Marsili (oltre tremila volumi) e, spaziando sulla figura dell’illustre camerinese, quale giurista, bibliofilo e responsabile della Biblioteca Valentiniana, fece confluire i risultati della propria opera in una preziosa pubblicazione, edita nel 1999. Quel libro costituisce uno dei suoi lavori più significativi tra le centinaia di titoli (monografie, saggi, curatele, articoli scientifici) prodotti in tanti anni. Si tratta di una vasta bibliografia, recentemente “censita” da Monica Bocchetta per farne il capitolo introduttivo di un volume, che colleghi ed ex allievi hanno voluto realizzare in onore di Rosa Marisa Borraccini, ad appena un anno da quando la docente ha lasciato l’insegnamento e allo scadere del suo mandato di presidente della Società italiana di scienze bibliografiche e biblioteconomiche. Il volume – scrivono i curatori, Alberto Petrucciani (Roma, La Sapienza), Valentina Sestini (Università di Messina) e Federico Valacchi (Università di Macerata) – «non è solo un tributo ossequioso, ma entra nel merito di un tratto distintivo della personalità e della carriera della collega: la costante apertura verso il mondo, non solo accademico». Nel libro sono presenti ventisette contributi, che spaziano su tutti gli aspetti degli studi condotti da Rosa Marisa Borraccini e che lei, con grande passione, ha saputo trasmettere. Nello specifico delle ricerche (tra cui quella sul fondo Marsili) da lei condotte nel tempo ha scritto la docente cagliaritana Giovanna Granata, che della collega maceratese ricorda la “lezione di metodo”, “l’uso sapiente delle fonti”, l’impegno per la “valorizzazione dei tesori della terra marchigiana” e l’apporto dato alla costruzione del sistema bibliotecario provinciale. Degli altri saggi presenti nel volume, da poco uscito per i tipi della Eum, diversi riguardano aspetti della storia del libro, mentre alcuni si soffermano su temi di più stretta attualità: ruolo e valore sociale degli archivi e delle biblioteche, nonché il loro impatto sulla vita universitaria.

 
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