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For an Italian Way to Constitutional Patriotism Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

For an Italian Way to Constitutional Patriotism

Reflections on Rejuvenating Our Constitution beyond Hyperboles and Failed Reforms

Benedetta Barbisan

In 2012, the Academy-Award winning actor Roberto Benigni performed a stand-up show at prime time on the main Italian public television channel entitled The Most Beautiful Constitution in the World. Although for a comparatist nothing is as nonsensical as a world-record constitution, the exaltation of the Italian Constitution through superlatives and hyperboles symptomises the tepid relation Italians entertain with their fundamental law. Why is it so?
Since 1948, two factors have thrived and mutually reinforced in Italians institutions: the partitocracy and a deeply inefficient system of government. Their persistent combination, cluttering the scene and pushing the Constitution behind the curtain, has educated Italians to depend on political parties and their power play.
This seems the time when some kind of constitutional patriotism should be in order in Italy to strengthen the Italian civic-mindedness, finally found a common citizenship, and re-establish our cardinal values perilously at stake in a changing society – in brief, to face our own problems of modernity.

About Benedetta Barbisan
Benedetta Barbisan, is associate professor of Comparative Constituional Law at the University of Macerata and Visiting Professor of Law at Georgetown University Law Center. Previously, she has visited Boston College Law School, Harvard Law School, Yale Law School, King’s College London School of Law, the Max Planck Institute for Comparative Public Law and International Law in Heidelberg. She has also taught at the Universidad de Oviedo, Queen’s University Belfast and currently at the Université Catholique de Lille.  
Among her many publications, she has authored a book on the origins of U.S. judicial review (Bologna, il Mulino, 2008) and co-authored with Giuliano Amato a book on the dialogue between the Italian Constitutional Court and the European Courts (Bologna, il Mulino, 2016). With Giuliano Amato and Cesare Pinelli, she has edited the book Rule of Law vs Majoritarian Democracy (Hart Publishing, forthcoming).

Table of Contents
Abbreviations

Acknowledgments

1. Is It Beautiful?

Part One
2. When Political Parties and the Constitution Met: How To Make a Form of Government Deliberately Inefficient and Unstable
3. Parliamentarism as the container of political parties’ power: the ineliminable bequest of the past

Part Two
4. Constitutional Patriotism
5. A Prince Without a Sceptre
6. Why Constitutional Patriotism May Be Good for Italy
7. Conclusion

References

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  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-649-2
  • DOI 10.13138/BB-60566492
  • Numero pagine 102
  • Formato 14x21
  • Anno 2020
  • Editore © 2020 eum edizioni università di macerata
  • Creative Commons Attribution- NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International CC BY-NC-ND 4.0
Recensione di Lorenzo Bertolone, allievo della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
Eum Redazione

Il testo, di tipo monografico, esplora un paradigma tipico del dibattito costituzionale tedesco, il patriottismo costituzionale, e prova ad applicarlo allo scenario costituzionale italiano. Argomento essenziale dell’opera sono le possibili correnti guida di una scoperta del patriottismo costituzionale in Italia e degli effetti benefici che ciò potrebbe avere nel nostro paese.
L’autrice, Benedetta Barbisan, è ricercatrice di Diritto Costituzionale presso il Dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relazioni Internazionali Dell’Università di Macerata. Visiting Professor of Law alla Georgetown University Law Center. In precedenza, ha visitato, tra le altre, anche la Boston College Law School, la Harvard Law School, la Yale Law School, la King's College London School of Law. Tra le sue numerose pubblicazioni, è autrice di un libro sulle origini della judicial review statunitense (Bologna, il Mulino, 2008) e coautrice con Giuliano Amato di un libro sul dialogo tra la Corte costituzionale italiana e le Corti europee (Bologna, il Mulino, 2016). L’opera è stata pubblicata da EUM nel 2020.
Lo scritto della professoressa Benedetta Barbisan esamina, in una solida analisi della politica e società italiana svolta attraverso la Costituzione, il contributo che la Costituzione del ‘48 ha dato, e potrebbe ancora dare, alla nostra unità nazionale. Una lettura chiara ed esaustiva, capace di stimolare utili riflessioni per la comprensione del panorama politico sociale italiano.
La Costituzione Italiana non è stata un qualunque compromesso politico o un effimero espediente politico ma il risultato di un costruttivo dialogo e di una proficua sinergia capace di superare aspri contrasti politici e di rispondere alle necessità che la ricostruzione imponeva. È il simbolo di un fidato tentativo di trasformare la società, un documento dal fine profondo ed equo che, andando oltre le frange estremistiche e superando le particolari divergenti ideologie politiche, componeva gli animi di tutti in un senso di comune accordo.
Eppure la Costituzione del ’48, presidio di difesa e di legalità comune, evolvibile e capace di adeguarsi alle necessità e agli sviluppi della società, non è percepita come tale dai cittadini. Una costituzione linguisticamente accessibile e facile da percorrere che, tuttavia, vive un rapporto travagliato con i propri cittadini, oscillante tra esaltazioni iperboliche e riforme fallimentari; tale controverso rapporto, le origini storiche e le conseguenti implicazioni politiche, costituiscono il tema esposto nel testo della professoressa Barbisan.
L’autrice individua le cause principali di tale discrepanza presentando e analizzando il processo formativo della nostra unità nazionale, da tempo controverso oggetto di dibattito. In un testo solidamente supportato contestualizza le fasi di stesura e di sviluppo della Costituzione evidenziandone poi i principali elementi di fragilità e di debolezza.
Il testo sottolinea come sin dal 1948, la persistente combinazione di due fattori, capaci di rafforzarsi reciprocamente, ha dominato la vita delle più importanti istituzioni politiche italiane: l'evoluzione del sistema dei partiti e l'inefficienza della forma di governo. La persistente combinazione di questi due elementi lungo tutta l'era repubblicana ha educato gli italiani a dipendere, per i loro bisogni e diritti, dal sistema dei partiti. Il protagonismo proprio dei partiti politici, tendenti “ad occupare più che rappresentare” le istituzioni, è stato capace di influenzare profondamente la scena politica nazionale. Anche se i partiti tradizionali sono affondati e sono cresciuti nuovi movimenti e nuove dinamiche politiche, i partiti politici pensano ancora se stessi senza vincoli, e la Costituzione, con i suoi valori e le sue speranze, è ancora relegata sullo sfondo della vita civile e politica.
La lettura permette di conoscere il patriottismo costituzionale come già vissuto in America e come ampiamente teorizzato da giuristi e da sociologi nella Germania di Bonn. Dunque esso si pone come un tentativo di re-immaginare l'identità di gruppo; ipotizzando una nuova cittadinanza fondata sulla lealtà nei confronti dello stato e non sull'identificazione etnoculturale degli individui. L’approccio proprio del patriottismo costituzionale, vede l'attaccamento politico come imperniato sulle norme, i valori e, più indirettamente, le procedure incluse in una costituzione democratica liberale; in questo senso, non è né la cultura né l'unità nazionale ad ispirare il sentimento e la visione di una politica democratica quanto piuttosto l’insieme di regole e principi costituzionali.
Nelle idee dell’autrice questo potrebbe essere il momento di riconoscere finalmente l'importanza di una sorta di patriottismo costituzionale in Italia, per interrompere un processo di continua sopraffazione della dimensione costituzionale da parte della dimensione politica, ma anche per sanare ferite vecchie e nuove del nostro processo unitario, per offrire nuove basi al nostro senso civico, per mettere l'accento sulle nostre istituzioni come organismi costituzionalmente generati invece di entità che dipendono per la loro esistenza dalla loro sola amministrazione politica. È opinione del testo che un rinnovamento delle nostre istituzioni politiche potrebbe offrire una risposta ad una crescente disuguaglianza sociale e ad un atteggiamento acido verso il futuro.
In un momento in cui valori cardinali come solidarietà, tolleranza e pace sociale sembrano pericolosamente a rischio, le riflessioni proposte in questo testo riguardo il patriottismo costituzionale, possono rappresentare una valevole risorsa per comprendere ed immaginare una evoluzione del mondo politico-istituzionale italiano. Una nuova valorizzazione dei nostri principi costituzionali, patrimonio incrollabile capace di guidare l'Italia attraverso le sue tempestose trasformazioni; posizioni di validità universale ancorate a principi generali di umanità e di civiltà vastamente ammessi, retaggio dal grande valore politico e culturale oggi tuttavia costretto ad un ruolo di secondo piano nella scena politica nazionale.

Lorenzo Bertolone

 
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