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Quaderni di Pedagogia e Comunicazione Musicale 6 / 2019
La musica nella relazione educativa e nella relazione di aiuto
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La musica nella relazione educativa e nella relazione di aiuto
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Note sul testo
“L’ascolto è consustanziale alla musica: si può infatti fruire di suoni senza produrne ma, normalmente, non è possibile fare il contrario. L’esperienza musicale invoca dunque il mettersi all’ascolto.
Porsi all’ascolto è un mettersi in relazione con il mondo, con l’altro da sé, con il paesaggio sonoro in cui si è immersi. Ma significa anche ascoltarsi, sintonizzarsi con il proprio sé: è un atto di propriocezione che scandaglia le radici profonde della musicalità di ciascuno.
L’atto dell’ascolto però non riguarda esclusivamente la musica. In senso lato è fondamentale ad esempio nella relazione educativa: non si può insegnare se non si ascoltano i propri studenti. Del resto – sempre in un’accezione ampia – l’ascolto è centrale anche in tutti quei “servizi alla persona” che mettono al centro la relazione di cura e la relazione di aiuto: che promuovono cioè un atteggiamento “clinico” proteso ad entrare in sintonia con il prossimo.
Ascoltare e mettersi in relazione sono quindi un tutt’uno. Non è un caso dunque se un numero crescente di attività legate al suono e alla musica mette al centro del proprio operato appunto la relazione: dall’educazione musicale – con particolare riferimento alle declinazioni inclusive tipiche del nostro tempo – fino alla musicoterapia, passando per quel territorio ampio, effervescente e variegato di pratiche musicali orientate allo “stare bene” (cioè al benessere) e allo “stare insieme” (cioè al fare comunità). Emergono sempre più quindi una domanda e un’offerta di pratiche musicali in cui professionisti, o comunque volontari specializzati, intessono relazioni mediate dal suono per rispondere e assolvere a bisogni e difficoltà di vario genere: sono attività musicali finalizzate alla promozione della persona umana, e quello di “persona” come si sa – a differenza di “individuo” – è concetto intrinsecamente relazionale.
La musica è dunque sempre più un mediatore di rapporti umani, il filo sonoro che traccia gli itinerari di cambiamento percorsi dall’educatore, terapeuta o animatore musicale, insieme con il fruitore del proprio lavoro. Fra relazione educativa e relazione di aiuto si moltiplicano i contesti di azione e gli ambiti di ricerca in cui la musica è luogo di formazione, di cura, di benessere e di promozione sociale: nella specificità di approcci e di finalità l’intento comune è quello di mettersi all’ascolto”.
All’ascolto. La musica nella relazione educativa e nella relazione di aiuto: un’introduzione, di Luca Bertazzoni
Indice
Luca Bertazzoni, All’ascolto. La musica nella relazione educativa e nella relazione di aiuto: un’introduzione
Piero Crispiani, Le pratiche musicali come prevenzione e cura di disordini dello sviluppo. Una nuova professionalità: il Motor Music Trainer
Elena Malaguti, Praticare l’esperienza musicale: fra inclusione sociale, educazione inclusiva e processi di riabilitazione
Mariateresa Lietti, Suonare, che passione! Lo strumento musicale come mezzo per esprimersi e comunicare
Amalia Lavinia Rizzo, L’insegnante musicista di sostegno come motore per l’inclusione scolastica nella scuola secondaria di I grado: progettazione, didattica e valutazione
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