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Dalle chiavi della sapienza alla professione dell'umanista nel Cinquecento
Scritti sulla scuola dal Medioevo al Rinascimento
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Scritti sulla scuola dal Medioevo al Rinascimento
Note sul testo
Dei cinque scritti qui riproposti il primo è dedicato alle chiavi della sapienza, con particolare attenzione alla Vita scolastica di Bonvesin da Riva e all’anonimo trattatello Rudium doctrina (Liber quinque clavium sapientie) che probabilmente Bonvesin ebbe presente. Nel secondo al centro dell’attenzione è l’anonimo ritmo, scritto a Bologna nella seconda metà del Duecento, in cui piangono la morte del grammatico Ambrogio numerosi testi, anche minori, non tutti usati nell’insegnamento ma a Bologna conosciuti; a ciò seguono considerazioni sull’ottocentesco titolo Liber Catonianus che, a giudizio dell’A., dovrebb’essere abbandonato a favore dell’espressione libri o auctores minores, come avveniva nel Medioevo. Seguono nel capitolo terzo notizie e osservazioni varie sulla scuola di base, con particolare riguardo alle Marche, e nel capitolo quarto considerazioni sulla storia – sui maestri soprattutto – dello Studium di Roma nel Quattrocento. Nell’ultimo capitolo, che si apre con il ricordo dei contributi di Kristeller e Campana sull’origine e il più antico significato della parola ‘umanista’, alle nove occorrenze del lemma presentate nel saggio del 1970, qui ne sono aggiunte altre undici.
In copertina: Bartolomeo Cipolla, Cautelae, Lione, Jean Crespin, 1535, silografia del frontespizio (Università di Macerata, “Fondo Marsili Feliciangeli”, 8.13)
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di Maria Paola Saci, «Litterae Caelestes. Rivista annuale internazionale di paleografia, codicologia, diplomatica e storia delle testimonianze scritte», Nuova serie, vol. X (2019) |