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Apprendere le lingue a distanze variabili: un approccio umanistico
Premio Tesi di dottorato
Premio Tesi di dottorato
In un periodo contraddistinto dal rapido moltiplicarsi di strumenti e tecniche, è importante non perdere di vista le coordinate sociali, psicologiche e più ampiamente umanistiche che rendono la glottodidattica una disciplina di intervento. Attenta alle indicazioni delle politiche linguistiche odierne e con un forte ancoraggio al contesto di ricerca-azione dell’Università di Bologna, l’autrice si interroga sul rapporto esistente tra apprendimento linguistico personalizzato e vincoli di standardizzazione. In una prospettiva di ricerca interpretativa, si indagano i rapporti tra gli orientamenti motivazionali, i fattori di autoefficacia e i risultati ottenuti nelle prove di valutazione, con una nuova apertura verso il ruolo del tutor e verso le forme di supporto socio-affettivo.
Cristiana Cervini, dottore di ricerca in Politica, Educazione e Formazione Linguistico-Culturale, svolge le sue attività di ricerca in Italia e in Francia. Insegna Glottodidattica presso l’Università di Bologna ed è responsabile di SELF 'Système d’évaluation en Langues à visée Formative' nel quadro del progetto Innovalangues, coordinato dall’Université Stendhal di Grenoble. Si occupa di valutazione, testing e di sperimentazione di approcci innovativi nella didattica dell’italiano agli stranieri.
Indice
Prefazione di Gabriele Azzaro
Capitolo primo. Glottodidattica con o senza tecnologie. L’interpretazione di un fenomeno nel suo contesto politico e sociale
1.1. Definizioni e coordinate epistemologiche della glottodidattica come disciplina di intervento
1.2. Fra slanci ideali e ricadute pratiche
1.3. Problematizzazione della terminologia in uso
1.4. Richiami alle politiche linguistiche europee: plurilinguismo europeo, contraddizioni e smentite nazionali
1.5. Dimensione sociale dell’e-learning e filosofia Open all’Università
1.6. Riflessioni conclusive
Capitolo secondo. Il dispositivo formativo nella glottodidattica odierna: principi e applicazioni
2.1. Premessa
2.2. Approcci comunicativi e nuovi spazi didattici e culturali
2.3. Didattica ibrida, blended learning, cognizione distribuita: nuove parole chiave nella didattica della lingua?
2.4. La valutazione dei dispositivi nella formazione ibrida
2.5. Casi di studio: gli ambienti di apprendimento 'EMA' e 'Pluriel' (Università di Losanna) e la piattaforma 'ESPRIT' al 'Centre pour l’apprentissage en autonomie' (Servizio LANSAD dell’Università Stendhal di Grenoble 3)
2.6. Risorsa versus materiale. E i learning object?
Capitolo terzo. Centralità dell’apprendente e distanza transazionale, chiavi di lettura per la trasformazione dei dispositivi formativi
3.1. Introduzione
3.2. Autonomia e centralità dell’apprendente: dal self-study all’autonomizzazione come processo sociale
3.3. La distanza transazionale nell’apprendimento e nei modelli formativi
3.4. La riduzione della distanza transazionale e la rilettura del concetto di autonomia e di centralità dell’apprendente nel contesto di ricerca-azione e riprogettazione del dispositivo
3.5. Il tutor per l’apprendimento delle lingue: formatore e informatore, reattivo o proattivo, dentro e fuori dal laboratorio
3.6. Il tutoraggio tra docimologia, monitoraggio e valutazione formativa
Capitolo quarto. Metodologie della ricerca in educazione e in didattica delle lingue-culture
4.1. Tra ricerca interpretativa e ricerca-azione
4.2. Tappe preliminari della ricerca-azione: forme e strumenti di monitoraggio, prima e dopo
4.3. Output e tappe preliminari della ricerca-azione
Capitolo quinto. AL.CI.MOD. Apprendimento Linguistico, Caratteristiche Individuali, Modelli Didattici: sezioni, quesiti e ancoraggio teorico
5.1. Definire le ipotesi di ricerca: il questionario (im)parziale?
5.2. Descrizione e fonti del questionario
5.3. Luogo e modalità di somministrazione del questionario
5.4. Analisi del campione: studenti specialisti e studenti non-specialisti
5.5. Classificazione dei quesiti e rielaborazione delle risposte aperte
Capitolo sesto. Analisi dei risultati: descrittive e correlazione fra le variabili
6.1. Criteri di selezione del campione
6.2. Descrizione della prima sezione di AL.CI.MOD.: dati personali dei partecipanti
6.3. Descrizione della seconda sezione di AL.CI.MOD.: la tua 'idea di lingua straniera e di apprendimento linguistico'
6.4. Descrizione della terza sezione del questionario: 'Orientamenti motivazionali e senso di autoefficacia'
6.5. Descrizione della quarta sezione del questionario: 'Autonomia e Strategie di Apprendimento'
6.6. Descrizione della quinta sezione: 'Quanto sono tecnologico'
6.7. Dati integrati: esito delle prove di idoneità linguistica
6.8. Descrizione della metodologia statistica
6.9. Prima tappa dell’indagine: autonomia e orientamento motivazionale
6.10. Seconda tappa dell’indagine: livelli di competenza linguistica e capacità di attivare strategie di apprendimento
6.11. Rappresentazione del concetto di "sapere una lingua" negli studenti specialisti, non specialisti, di successo e critici
6.12. Autoefficacia, orientamenti motivazionali, autonomia: quarta tappa dell’indagine
6.13. Criticità da evidenziare rispetto alla metodologia di ricerca adottata: i punti deboli delle analisi qualitative
6.14. Conclusioni e possibili ricadute dei risultati della ricerca
Conclusioni
Bibliografia di riferimento
NotePremio Tesi di dottorato 4
Collana diretta da Rosa Marisa Borraccini e Mariano Cingolani
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