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Per doverosa memoria Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

Per doverosa memoria

Campana, Battelli, Billanovich, Kristeller e altri amici

Avesani Rino

eum dir

Disponibilità: disponibile

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Note sul testo

Il volume raccoglie i ricordi dei maestri, presto diventati anche amici, e di altri amici, che alla loro scomparsa Rino Avesani ha pubblicato e che ora ripropone con alcuni aggiornamenti per far sì che la loro memoria resti viva. Dopo i maestri indicati nel sottotitolo è ricordato Giovanni Orlandi, professore di Letteratura latina medioevale alla Statale di Milano; a lungo impegnato nella cura di Medioevo Latino, ha lasciato contributi che sono pietre miliari nello sviluppo della ricerca. Diversa la fisionomia culturale di Vincenzo Licitra, docente di Letteratura latina medievale nell’ateneo maceratese; a lui si deve nel 1960 la ripresa di Studi medievali, che dopo il volume del 1952 avevano cessato le pubblicazioni. Si esce dall’Università con Maddalena De Luca, sorella di don Giuseppe, fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura e dell’Archivio italiano per la storia della pietà: vissuta sempre al suo fianco, dopo la morte di lui mandò avanti le due iniziative, non senza l’aiuto di Romana Guarnieri, donna anch’essa di forte determinazione, convertita al cattolicesimo da don Giuseppe e a lui vicina finché visse. Fatti durissimi i tempi, le Edizioni e l’Archivio passarono nelle mani di Federico Codignola, che in nulla cambiò la linea editoriale del fondatore. Per ultimo Enzo Pruccoli, uomo di vaste conoscenze: ebbe per Augusto Campana devozione filiale e, dopo la morte di lui, si impegnò con abnegazione per valorizzarne l’opera scientifica.

Note sull'autore
Rino Avesani, Professore emerito dell’Università Sapienza di Roma. Scrittore latino della Biblioteca Vaticana, dal 1970 al 1976 professore all’Università di Macerata, dove è stato anche Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. Dal 1976 al 2006 ha insegnato Filologia medievale e umanistica e Lingua e letteratura latina medievale a La Sapienza. I suoi studi vertono sulla storia della scuola nel Medioevo e nell’Umanesimo, sulla cultura veronese dall’Alto Medioevo al Quattrocento, su papa Pio II e gli uomini della sua cerchia. Numerosi anche i contributi sulla cultura marchigiana.

Indice

Premessa

Capitolo primo. Augusto Campana bibliofilo e studioso d’eccellenza

Capitolo secondo. Andiamo «a sentire che cosa ne dice Campana»

Capitolo terzo. La leggenda del Beato Nino

Capitolo quarto. Giulio Battelli

Capitolo quinto. Giuseppe Billanovich maestro e amico. Una testimonianza

Capitolo sesto. Elogio di Paul Oskar Kristeller

Capitolo settimo. Ricordo di Giovanni Orlandi

Capitolo ottavo. Ricordo di Vincenzo Licitra

Capitolo nono. Ricordo di Maddalena De Luca, zia Nuccia

Capitolo decimo. Romana Guarnieri e le sue istituzioni

Capitolo undicesimo. Il filo rosso di Federico Codignola

Capitolo dodicesimo. Per Enzo Pruccoli (e il suo «grande amico e maestro» Augusto Campana)

Indice dei nomi di persona e delle cose notevoli

  • Autore/i Avesani Rino
  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-439-9
  • Linea Editoriale eum dir
  • Numero pagine 189
  • Formato 14x21
  • Anno 2015
  • Editore © 2015 eum edizioni università di macerata
Studi Medievali
Eum Redazione

Notizie dei libri ricevuti, Studi Medievali, serie terza, anno LIX, Fasc. I, 2018, p. 419

«Il volume raccoglie i ricordi dei maestri, presto diventati anche amici, e di altri amici, che alla loro scomparsa Rino Avesani ha pubblicato e che ora ripropone con alcuni aggiornamenti per far sì che la loro memoria resti viva. Dopo i maestri indicati nel sottotitolo è ricordato Giovanni Orlandi, professore di Letteratura latina medioevale alla Statale di Milano; a lungo impegnato nella cura di Medioevo Latino, ha lasciato contributi che sono pietre miliari nello sviluppo della ricerca. Diversa la fisionomia culturale di Vincenzo Licitra, docente di Letteratura latina medievale nell’ateneo maceratese; a lui si deve nel 1960 la ripresa di Studi medievali, che dopo il volume del 1952 avevano cessato le pubblicazioni. Si esce dall’Università con Maddalena De Luca, sorella di don Giuseppe, fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura e dell’Archivio italiano per la storia della pietà: vissuta sempre al suo fianco, dopo la morte di lui mandò avanti le due iniziative, non senza l’aiuto di Romana Guarnieri, donna anch’essa di forte determinazione, convertita al cattolicesimo da don Giuseppe e a lui vicina finché visse. Fatti durissimi i tempi, le Edizioni e l’Archivio passarono nelle mani di Federico Codignola, che in nulla cambiò la linea editoriale del fondatore. Per ultimo Enzo Pruccoli, uomo di vaste conoscenze: ebbe per Augusto Campana devozione filiale e, dopo la morte di lui, si impegnò con abnegazione per valorizzarne l’opera scientifica».

 
Res publica litterarum
Eum Redazione

di Maria Gioia Tavoni, Res publica litterarum. Studies in the classical tradition, anno XXXVIII, XVIII della nuova serie, pp.236-238

Recentemente ho avuto modo di esprimermi in merito alle recensioni, su come esse siano spesso diventate palestre per indirizzarsi pro o contro un autore. L’impudenza non si arresta tuttavia agli autori di certe recensioni, ma ha finito per divenire usuale anche per chi pubblica volumi, o saggi che compaiono in riviste, finanche prestigiose. Ci si appropria, infatti, di temi, facendoli passare per scoperte personali; si prendono a titolo intere frasi di un altro scritto senza neppure citarlo; si evita la nota ai testi, o qualunque riferimento al già pubblicato, spacciando per nuovi lavori già da tempo usciti a stampa, ci si muove cioè in una giungla in cui qualunque agire sembra plausibile. Nulla è riuscito, per ora, a favorire una generalizzata inversione di tendenza, in molti casi neppure il peer review, alla cui prima applicazione sembrarono aprirsi nuove frontiere per piú corrette interpretazioni. Su come avvenga la « valutazione segreta », in modi a volte “distorti”, ha speso parole appropriate, sebbene molto amare, Federico Bertoni, in un suo libro, che non è un pamphlet, bensí una lucida testimonianza delle numerose insensatezze che attanagliano l’Accademia attuale (Federico Bertoni, Universitaly. La cultura in scatola, Roma-Bari, Laterza, 2016).
È forse per tutto questo che avvicinandomi alla silloge di Rino A[vesani], ho provato un’emozione profonda: ho avuto di fronte un libro che evoca con forza il mondo dei grandi Maestri del passato. E sebbene non si debbano avere, come giustamente incalza ancora Bertoni, inclinazioni nostalgiche nei confronti del passato, nel riandare a tempi lontani devono tuttavia sorreggerci alcune forti consapevolezze, in particolare nei confronti di chi era in grado di dare ai propri scritti forme improntate alla piú grande correttezza e serietà. Tutto questo non si può e, soprattutto, non si deve negare.
Prova fra le piú eloquenti e tangibili di questo dovere è l’accuratezza con cui si presenta il libro di A., ciò palesandosi fin dal titolo scelto per la miscellanea. Se la titolografia continua ad avere un senso, quel « doverosa », infatti, sottende una profonda polifonia semantica: « doverosa » non sta unicamente a significare rimpianto, ma pure riconoscenza, l’uno e l’altra sentimenti dai quali l’Autore evidentemente non prescinde; cosí come « memoria » denuncia la ferma volontà di richiamare alla mente, ed anche al cuore, esperienze vissute con personalità che hanno dato tanto al mondo non solo degli studi, e che, ahimè, non possono piú ritornare fra noi se non richiamate costantemente dal ricordo.
Nelle pagine di apertura sarà lo stesso autore a motivare la ristampa dei propri scritti che risponde sí al desiderio espresso dai familiari e da alcuni amici, ma risponde « primariamente al dovere di non dimenticare».
Con particolare evidenza sentimenti di devozione, carichi di forte nostalgia, oltre che di affetto profondo, legano l’autore a maestri e amici che non sono piú, alcuni nominati nella copertina e nel frontespizio e come si evince fin dal titolo del volume. In questa sede, si vogliono, anche solo con brevi accenni, ricordare di tutti almeno alcune delle indiscusse rispettive grandi benemerenze. Ai primi nominati, ovvero Augusto Campana, a cui maggior ricordo verrà dedicato piú avanti, seguono Giulio Battelli, studioso di paleografia, diplomatica e archivistica di fama internazionale, che insegnò anche a Macerata, Giuseppe Billanovich, per il quale Ezio Franceschini inventò la nuova disciplina “Filologia medievale e umanistica”, che Billanovich promosse con ogni forza, non solo con l’annuario « Italia medioevale e umanistica », e Paul Oskar Kristeller, di cui basterebbe ricordare l’Iter italicum. Quanto « agli altri amici », che hanno trovato in A. uno fra i piú attenti interpreti della loro attività, cosí come del rispettivo pensiero scientifico, all’interno del medesimo libro si succedono Giovanni Orlandi, professore di letteratura latina medievale, tra i fondatori di « Medioevo latino », studioso di rara dottrina e non comune umanità, Vincenzo Licitra, al quale si deve la ripresa nel 1960 degli « Studi medievali », la cui pubblicazione era stata sospesa dopo il volume del 1952, Maddalena De Luca, sorella di don Giuseppe De Luca, il fondatore delle prestigiose Edizioni di storia e letteratura e dell’ « Archivio italiano per la storia della pietà », che dopo la morte del fratello sostenne per decenni le due imprese, Romana Guarnieri, donna di grande intelligenza e vasta cultura, da don Giuseppe De Luca convertita al cattolicesimo, vicinissima a lui e poi alla sorella nel sostenere le sue iniziative, Federico Codignola, che, acquistate le Edizioni, mantenne ferma la linea voluta dal fondatore e di cui anche piace ricordare la signorile generosità nei confronti degli eredi di don Giuseppe, Enzo Pruccoli, che, legato da devozione filiale a Augusto Campana, dopo la morte di lui si impegnò in ogni modo per valorizzarne l’opera scientifica: tutti in qualche modo fra di loro uniti, se non altro da profonda consentaneità di sentire.
Il paratesto si mostra molto eloquente pure nelle pagine che precedono i saggi raccolti. A., con lo scrupolo e il metodo rigoroso che da sempre lo contraddistinguono, aggiorna, infatti, la bibliografia sui medesimi autori, dei quali è venuto trattando nel tempo, bibliografia da cui, per i propri addenda, ha attinto solo pochi titoli. È come dire che, invece di inserire in scritti già strutturati interventi che forse lo avrebbero costretto ad aggiungervi parti non ritenute organiche a quanto detto e scritto a suo tempo, l’autore ha scelto una strada diversa, ovvero quella di compiere, con tale aggiornamento, solo un ulteriore « doveroso » omaggio, rivolto sempre agli stessi amici ai quali ha dedicato le pagine in memoria.
Difficile sarebbe indicare quali e quante furono, già a suo tempo, le novità interpretative nei saggi di A. ora riproposti, dai quali, grazie proprio alla loro nuova veste, sarà possibile desumerle meglio. Un primo fil rouge, che si rileva dall’averli riuniti, è che lo studioso ha saputo sempre inseguire gli itinerari scientifici, cosí come quelli umani, di colleghi e amici, senza indulgere mai ad alcuna piaggeria, ma riuscendo sempre a cogliere, di ciascuno, con le indiscusse capacità critiche e interpretative che gli sono proprie, sia il fiore dei sentimenti sia i vari perché con cui si è dipanata la strada dei singoli percorsi intellettuali.
Un unico esempio, frutto anche di personale ricordo. Tre i saggi che A. dedicò a suo tempo al suo maestro e poi suocero, Augusto Campana, e che, riuniti qui l’uno accanto all’altro a formare i tre primi capitoli, ci ricordano vivamente aspetti perfino leggendari del grande studioso romagnolo. Tutto il procedere di Campana è stato improntato, nelle varie e diverse direzioni in cui ha potuto esplicarsi, da grandissimo impegno, rivolto anche “al fare”, sia che esso germinasse dalla sua insaziabile curiosità scientifica sia che discendesse dall’azione vera e propria: molto difficile è disgiungere tali aspetti, fortemente interrelati, ed entrambi propri della sua personalità, come, intrecciando nel ricordo un’infinità di fonti e testimonianze, ha dimostrato A. Anche l’amore per la “sua biblioteca”, la Malatestiana, che si rileva in suoi saggi magistrali, è stato alimentato dalle capacità con cui Campana seppe gestirla: il suo approccio ai documenti e, nel contempo, ai monumenti, ha finito per costituire un modello da imitare, traguardo tuttavia irraggiungibile soprattutto per chi, negli anni Settanta-Ottanta del Novecento, godeva di una certa familiarità con il Professore e la sua famiglia, e conduceva realtà consimili, sebbene meno prestigiose della Malatestiana.
Il filo dell’amicizia, della “devozione”, del rapporto anch’esso antico, che si stabiliva spesso fra maestro e allievo, s’invera pure nelle circostanze in cui è arrivata alle stampe la miscellanea di A. A pubblicare la raccolta sono le Eum, acronimo delle Edizioni Università di Macerata, affidate alle sapienti mani di un’allieva di A., professore emerito della « Sapienza » di Roma, ma già, in tempi lontani, professore a Macerata, dove anche fu Preside della Facoltà di Lettere. È, infatti, Rosa Marisa Borraccini, la docente, incardinata nell’Università di Macerata, essa pure studiosa di rare qualità, ad avere accolto il libro del piú caro dei suoi maestri.
Sembrano chiudersi, cosí, gli anelli della ricchissima collana composta da affetti, stima, memorie, condivisioni di intenti, emozioni che affiorano da ogni pagina del libro di A. o che all’autore sono congiunti, e che si è cercato di far rivivere attraverso ciò che è scaturito nel leggerne le pagine e nell’accostarsi alla sua personalità. Un’ultimissima considerazione. Dopo l’attenta lettura della miscellanea, è sorto in chi ne scrive un desiderio analogo a quello che in essa si è realizzato, ovvero il desiderio di radunare i propri scritti sparsi sui tanti “maestri” incontrati via via, aggiungendo nuovi excursus e ispirandosi, anche per il titolo, a quello scelto dal collega emerito e di cui si è detto. Resta però l’impressione che, considerati il valore dei contenuti e la lucidità della presentazione, non solo per i propri desiderata ma per quelli di chiunque voglia intraprendere simile iniziativa, sarà difficilmente raggiungibile il livello di Per doverosa memoria.

 
Aevum
Eum Redazione

di Mirella Ferrari, Recensioni e annunzi bibliografici, Aevum, 90, 2016, fasc. 3, pp. 736-738

L’autore ha riunito qui dodici contributi, pubblicati fra il 1989 e il 2013, rivolti a onorare persone che hanno dedicato la vita alla ricerca o alla trasmissione della cultura. Sono pagine di natura molto diversa, dalla discussione di particolari aspetti dei loro studi, a ricordi formali in sedi pubbliche, a ritratti più personali. La Premessa (pp. 9-13) fornisce informazioni bibliografiche: notizie su ristampe delle loro opere, su altre commemorazioni o profili, su libri a stampa o siti dove ne sia stata pubblicata la bibliografia degli scritti. L’Indice dei nomi di persona e delle cose notevoli (pp. 181-89), strumento fondamentale per l’utilizzazione delle opere filologiche, serve per chi si accosta a questo libretto di Avesani come a una fonte di informazioni sulla storia degli studi nel secolo XX e ne marca il genere letterario: quello erudito, in linea con gli interessi di tutte le persone oggetto dei singoli capitoli, anche se in discipline molto diverse, dal medioevo latino, alla filosofia, alla storia della Chiesa.
Il ‘filo rosso’ però che lega tutti ad Avesani è l’amicizia, più o meno lunga e intima, ma sempre essenziale: come quella, basata su comunanza di ideali e sostenuta da rarissimi incontri diretti, con Federico Codignola (scomparso a 65 anni il 4 ottobre 2011; pp. 171-73), editore per tutta la vita, dapprima per tradizione familiare a La Nuova Italia, e accostato da Avesani quando nel 1994 acquisì le Edizioni di Storia e letteratura, allora in difficoltà finanziarie, con l’obbiettivo di di salvare e continuare il progetto culturale del fondatore don Giuseppe De Luca. All’orbita di Storia e letteratura appartengono Nuccia De Luca (1916-2007; pp. 157-61), la sorella di don Giuseppe, grande sostegno di lui in vita e colonna delle Edizioni dalla sua morte (1962) al 2007, e Romana Guarnieri (1913-2004; pp. 163-69), che da una provenienza lontana per formazione e religiosità approdò al mondo cattolico romano di don Giuseppe e dopo di lui fu rigorosa direttrice dell’«Archivio italiano per la storia della pietà».
All’università e al settore medievistico appartengono i colleghi di Avesani alla Sapienza di Roma, Vincenzo Licitra (1918-1994; pp. 151-56) e Giulio Battelli (1904-2005; pp. 85-92); e, amico di una vita, Giovanni Orlandi (1938-2007; pp. 115-49), di cui Avesani ricorda i progetti di ricerca, il metodo e i risultati, i legami con Ezio Franceschini, il fine senso dell’humour. L’unico capitolo dedicato dedicato a una persona che al momento della scrittura era vivente è l’elogio, pronunciato nel 1989 in occasione della laurea honoris causa conferitagli dall’università di Roma, di Paul Oskar Kristeller (1905-1999; pp. 107-13): stante la sede e la circostanza, è di tono accademico e presenta in estrema sintesi la carriera scientifica e di docenza del festeggiato; non vi poteva mancare la menzione dei volumi in cui le Edizioni di Storia e letteratura stavano raccogliendo scritti sparsi di Kristeller: due volumi già usciti nel 1989, che sarebbero divenuti alla fine quattro. Questo riconduce in qualche modo Kristeller all’alveo delle ricerche promosse da don Giuseppe De Luca e, in particolare, a quel gruppo di studiosi, ‘allievi’ di don Giuseppe, che diedero vita a «Italia medioevale e umanistica», soprattutto Augusto Campana e Giuseppe Billanovich, il quale fu molto in amicizia con Kristeller.
A Billanovich (1913-2000; pp. 93-105) è dedicata la testimonianza di amicizia personale, che coinvolge anche il fratello Guido Billanovich (1919-2006); omaggio alla statura intellettuale e umana è espresso per entrambi. Accanto ai due compare Augusto Campana (1906-1995), che Avesani ebbe guida e compagno per lungo consorzio di studi e di parentela acquisita, ed è protagonista di tre capitoli. Uno tratta della sua straordinaria competenza e amore per i libri, di tutti i tipi (pp. 15-31); il secondo delinea il paesaggio culturale in cui si mosse Campana giovane, in Romagna, e il magistero non accademico da lui svolto lì (pp. 33-62), magistero che domina anche nel capitolo per Enzo Pruccoli (1948-2011; pp. 175-79). Pruccoli, discepolo e amico devoto di Campana dalla fine degli anni Settanta, lavorò infaticabilmente a curarne la raccolta di Scritti presso Storia e letteratura, arrivando a vedere la pubblicazione del primo tomo nel 2008, mentre altri volumi sono usciti successivamente o sono ancora attualmente in corso di stampa, e fu custode della biblioteca del maestro che riuscì infine, tramite la Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, a far confluire (nel 2012 con successo postumo, dopo la sua morte prematura) nella Biblioteca Civica Gambalunga. Il terzo capitolo per Campana (pp. 63-84), benché sostenuto da puntuali note bibliografiche, ha il tono di un racconto, proietta l’immagine di Campana riflessa dai ricordi degli amici, con un alone mitico, e si intitola infatti La leggenda del Beato Nino: ben rende il senso dell’incredibile ammirazione, rispetto e affetto che Campana riusciva a suscitare.

 
L'Almanacco bibliografico
Eum Redazione

L'Almanacco bibliografico, n° 40, dicembre 2016, pp. 10-11

Vengono qui riproposti raccolti insieme gli scritti in onore e in ricordo di grandi personalità della cultura italiana, già pubblicati in passato in sedi diverse. – M.C.

http://centridiricerca.unicatt.it/creleb-centro-di-ricerca-europeo-libro-editoria-biblioteca-creleb-almanacco-bibliografico

 
Esperienze letterarie
Eum Redazione

Di Rosa Marisa Borraccini, «Esperienze letterarie», 2, 2016, pp. 156-158

L’university press dell’Ateneo maceratese rende omaggio a Rino Avesani – che dal 1970 al 1976 vi ha operato come professore di Letteratura umanistica e di Paleografia e Diplomatica e, negli ultimi due anni, come Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia – ripubblicando in forma unitaria i profili commemorativi di alcuni illustri studiosi che hanno caratterizzato un settore di studi e segnato un’epoca nella seconda metà del Novecento. Nel volume, infatti, sono raccolti i ricordi dei maestri e degli amici che, alla loro scomparsa, Avesani ha pubblicato e che ora sono riproposti nell’intento di far sì che non si perda la memoria della loro lezione scientifica e del loro tratto umano.
I primi tre capitoli sono dedicati ad Augusto Campana, di cui sono evidenziati in particolar modo la figura di inesausto ricercatore, talora spericolato negli accertamenti epigrafici; l’amore per il libro inteso, da precursore, nella doppia valenza di veicolo di idee e di oggetto materiale; la grande disponibilità con cui metteva a disposizione di quanti a lui si rivolgevano la sua sovrana competenza paleografica e la sconfinata erudizione. Di Giulio Battelli è noto come il suo insegnamento abbia segnato un’epoca alla Scuola Vaticana di Paleografia, Diplomatica e Archivistica, e come le sue Lezioni di paleografia abbiano largamente superato le mura vaticane e i decenni dalla prima edizione nel 1949; collocato a riposo dall’Amministrazione pontificia, fu professore di Paleografia e Diplomatica prima all’Università di Macerata e successivamente all’Università di Roma “La Sapienza”.
Di Giuseppe Billanovich è agevole ricordare come, fatta cordata con Augusto Campana, Carlo Dionisotti e Paolo Sambin, abbia dato vita a «Italia medioevale e umanistica», l’annuario che, con il supporto dell’Editrice Antenore di Padova, ha sostenuto la potente forza innovatrice con cui Billanovich ha imposto nell’università italiana la nuova disciplina che è la Filologia medioevale e umanistica. Con non minore energia Paul Oskar Kristeller, professore di Filosofia nella Columbia University, oltre a numerosi contributi sulla cultura dell’Umanesimo, ha fornito importantissimi strumenti di ricerca: ogni studioso di manoscritti conosce almeno i sette volumi del suo Iter Italicum.
A una generazione successiva appartenne Giovanni Orlandi, professore di Letteratura latina medioevale all’Università Statale di Milano, impegnato nella preparazione, nell’avvio e per vari anni nella cura di «Medioevo Latino». Strappato troppo presto agli studi, ha lasciato contributi, specialmente di filologia mediolatina, che sono pietre miliari nello sviluppo della disciplina. Diversa la fisionomia culturale di Vincenzo Licitra, particolarmente interessato all’edizione di testi inediti e, dopo il conseguimento della libera docenza, docente di Letteratura latina medioevale all’Università di Macerata; si deve a lui la ripresa degli «Studi medievali», la rivista destinata ad assumere grande prestigio tra i medievalisti, che, dopo il primo volume del 1952, aveva cessato le pubblicazioni.
Usciamo dall’ambiente universitario con Maddalena De Luca (zia Nuccia), sorella di quella straordinaria figura di sacerdote lucano che fu don Giuseppe, fondatore delle Edizioni di Storia e Letteratura e dell’Archivio italiano per la storia della pietà: vissuta sempre all’ombra del fratello, dopo la morte di lui e con l’aiuto di amici non comuni, mandò avanti per decenni le due iniziative. Soprattutto per l’Archivio ebbe l’aiuto straordinario di Romana Guarnieri, donna di ampia cultura e di forte determinazione, convertita al cattolicesimo da don Giuseppe e sempre al suo fianco finché visse. Negli anni della crisi editoriale, le Edizioni, e quindi anche l’Archivio, passarono ad altra mano che fortunatamente fu quella di Federico Codignola il quale, con generosa signorilità, rese quanto più possibile indolore il passaggio delle consegne e in nulla cambiò la linea editoriale voluta dal fondatore.
L’ultimo profilo del gruppo di amici è dedicato al romagnolo Enzo Pruccoli, uomo di carattere e di vaste conoscenze: presto approdato all’amicizia di Augusto Campana, ebbe per lui devozione filiale e, soprattutto dopo la morte, si impegnò con tutte le forze per valorizzarne l’opera scientifica. Per suo tramite la ricca e preziosa libreria e le carte di lavoro di Campana furono acquisite nel 1998 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini. L’anno successivo Pruccoli allestì presso la sede della Fondazione una esposizione di libri scelti e, insieme a Chiara Giovannini, ne ha redatto il catalogo accurato: La biblioteca di uno studioso romagnolo. Annotazioni e divagazioni su alcuni libri di Augusto Campana.
Il volume di Avesani si apre con una Premessa (pp. 9-13) in cui vengono ribadite le ragioni, per più versi condivisibili, della ristampa di queste testimonianze con le quali si intende rispondere « primariamente al dovere di non dimenticare, all’intenzione di favorire il ricordo di quanti sono stati maestri nella ricerca […]. Non è un’occasione per ringiovanire questi scritti, che, con qualche minimo aggiustamento, vengono riproposti come apparvero al tempo loro anche perché di quel tempo testimonino ». Seguono utili aggiornamenti bibliografici dei singoli profili e, a conclusione, un ricco e parimenti utile Indice dei nomi di persona e delle cose notevoli.

 
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