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La poetica degli oggetti nel teatro di Luigi Pirandello
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Numerosi studi hanno evidenziato come in Pirandello i luoghi siano soprattutto dimensioni mentali, evocati più che descritti. Tale lettura ha oscurato tutte quelle descrizioni di interni e di oggetti che animano la scrittura pirandelliana e che costituiscono una traccia concreta, un filo di Arianna attraverso il quale seguire le storie e le tensioni nate dall’immaginazione dell’autore siciliano. Lo scopo di questo saggio, che propone una lettura alternativa e originale del teatro pirandelliano, è quello di mostrare la presenza di una filosofia dell’oggetto o, meglio, di una poetica degli oggetti che diventa, assieme al dissidio Vita-Forma, alla follia, alla solitudine e all’autonomia del personaggio, uno dei temi portanti su cui si regge l’impalcatura della scrittura di Pirandello.
Eleonora Ercolani, laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Macerata, abilitata all’insegnamento secondario, è docente di materie letterarie e latino nei licei. Dall’anno accademico 2005/2006 è Cultore della materia della suddetta Università. Si è occupata di autori locali come Giovanni Zuccarini e di scrittori contemporanei come Mario Rigoni Stern e Tommaso Landolfi. Di quest’ultimo, in particolare, ha anche curato, in collaborazione con il prof. Marcello Verdenelli, gli atti di un importante convegno dal titolo Tommaso Landolfi e il caleidoscopio delle forme (Bulzoni 2010).
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