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Metamorfosi della cittadinanza Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

Metamorfosi della cittadinanza

Studi e ricerche su insegnamento della storia, educazione civile e identità nazionale in Italia tra Otto e Novecento

Ascenzi Anna

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Note sul testo

Il volume, che raccoglie una serie di saggi sui temi dell’educazione civile e dell’identità nazionale, si propone di lumeggiare le forme e i modi attraverso i quali le differenti concezioni e ideologie della nazione che hanno contrassegnato l’Italia del Novecento sono state veicolate e trasmesse alle nuove generazioni attraverso il canale scolastico ed extrascolastico e hanno finito per alimentare l’immaginario individuale e collettivo delle popolazioni. Sul versante della scuola, l’osservatorio privilegiato prescelto per una simile indagine è l’insegnamento della storia nelle scuole primarie e secondarie e la relativa manualistica storica, stante il fondamentale ruolo che, anche nel corso del XX secolo, la scuola ha esercitato nella formazione civile e politica e nella promozione delle idealità nazionali tra le nuove generazioni e l’indiscussa centralità che, su questo versante, ha rivestito l’insegnamento della storia. Nel tentativo di dare adeguato conto delle metamorfosi della cittadinanza, e, più in generale, delle differenti declinazioni del discorso identitario nazionale e dei progetti di educazione etico-civile e politica che da esse sono scaturite nel corso del Novecento, il volume si sofferma altresì su talune esperienze formative estranee ai tradizionali circuiti scolastici e, in particolare, sulla singolare e straordinaria iniziativa de «Il Giornalino della Domenica» (1906-11, 1918-20), il periodico fondato e diretto dal giornalista e scrittore per l’infanzia Luigi Bertelli, più noto con lo pseudonimo di Vamba.

Note sull'autore

Anna Ascenzi (Macerata 1964) è professore straordinario di Pedagogia generale e sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Macerata, dove dirige il Dipartimento di Scienze dell’educazione e della formazione. Ha pubblicato diversi volumi e numerosi contributi sulla storia della didattica disciplinare e dei libri di testo e sulla letteratura giovanile tra Otto e Novecento. È membro del Comitato scientifico internazionale della rivista «History of Education & Children’s Literature».

  • Autore/i Ascenzi Anna
  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-137-4
  • Numero pagine 360
  • Formato 14x21
  • Anno 2009
  • Editore © 2009 eum edizioni università di Macerata
Rivista di Scienze dell'Educazione Pontificia Facoltà Auxilium
Eum Redazione

di Grazia Loparco, anno XLVII n.3 settembre dicembre 2009

L'autrice raccoglie nel volume una serie di saggi sui temi dell’educazione civile e dell'identità nazionale, veicolati dai libri di storia utilizzati nelle scuole e da alcuni canali extrascolastici. Alcuni saggi sono inediti e altri già pubblicati e riproposti in versione rivista e aggiornata (cf p. 7-8). Lo scopo della ricognizione è quello di illustrare le differenti concezioni di nazione che sono state trasmesse agli allievi di varie generazioni, alimentando l'immaginario individuale e collettivo. A partire dalle situazioni locali e dalle tensioni che accompagnarono il processo di unità nazionale e i decenni successivi, emerge il compito della scuola in ordine alla formazione civile e politica. Essa ha promosso per buona parte del '900 le idealità nazionali tra le nuove generazioni, in modo particolare attraverso l'insegnamento della storia. Inoltre, per integrare le meta-morfosi della cittadinanza e differenti modalità che vi hanno concorso, il volume si sofferma su alcune esperienze formative, come il Giornalino della Domenica, che per lunghi anni si fece promotore di valori civili e identitari tra i ragazzi della borghesia italiana.
L'autrice raccoglie preziose informazioni sui manuali in uso in diversi periodi, partendo da quello successivo all'unità, in cui trova spazio anche La storia d'Italia raccontata alla gioventù, dai suoi primi abitatori ai giorni nostri, scritta da Giovanni Bosco, la cui prima edizione vide la luce nel 1855. Si sottolinea come anche nelle edizioni successive al 1870 l'autore preferì il silenzio sulle vicende contemporanee per "una precisa scelta ideologica e politica" (p. 25) a vantaggio di una visione provvidenzialistica della storia e della centralità della fede cristiana nello sviluppo della nazione. In genere i testi usati nelle scuole primarie e secondarie furono abbastanza moderati, pur risentendo delle posizioni degli autori. Così i personaggi "eroici" del Risorgimento, da Mazzini a Garibaldi, da Cavour a Vittorio Emanuele II alimentarono una memoria comune per fare gli italiani. Anche il fascismo si servì dell'insegnamento della storia per formare "l'uomo nuovo". Dopo la sua caduta e con l'avvento della democrazia nell’Italia repubblicana l'Autrice parla di "occasione mancata" per i libri di testo quale veicolo di educazione allo spirito e ai valori della democrazia. Nel 1944 si era consapevoli della necessità di rive-dere e defascistizzare i libri per promuovere a vari livelli un ethos collettivo, un'opera educativa a vasto raggio (cf p. 309- 310). La Commissione incaricata incontrò diverse difficoltà, difatti nella revisione dei libri di testo la produzione scolastica immediatamente post bellica aveva riproposto alcuni libri dei primi anni Venti, senza i necessari aggiornamenti. La legge Scelba nel 1952 sottolineò la necessità di promuovere una coscienza democratica nutrita di consapevolezza e di senso storico (cf p. 319). Le interpretazioni innescarono un dibattito che portò all'inserimento della storia contemporanea nelle scuole secondarie, con i limiti dell'intreccio tra storiografia e politica. I ritardi e le inadeguatezze dell'intera classe politica trovarono visibilità nella contestazione giovanile del 1968 e, secondo l'autrice, nell'incapacità di riconoscersi in una storia comune e condivisa, al di là delle appartenenze ideologiche e politiche.
II testo offre informazioni utili sia per conoscere i manuali adottati in diversi periodi, dunque a vantaggio della storia dell'educazione e della didattica, sia per una riflessione diacronica che può suggerire opportuni ripensamenti didattici e culturali nel mondo odierno, dove identità nazionale e multiculturalità interpellano in modo inedito la scuola nella promozione di valori civili e politici in senso lato.

 
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