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Memorie di scuola

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  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-653-9
  • Codice ISBN (PDF) 978-88-6056-692-8
  • Codice ISSN (print) 2421-2784
  • Numero pagine 298
  • Formato 14x21
  • Anno 2020
  • Editore © 2020 eum edizioni università di macerata
La Bottega di Hamlin
Eum Redazione

Memorie di scuola. Le fonti orali e l’importanza di non perdere le radici

di Giorgio Cipolletta, La Bottega di Hamlin, 30 Giugno 2021

Con Memorie di scuola, contributo a una storia delle pratiche didattiche ed educative nelle scuole marchigiane attraverso le testimonianze di maestri e maestre (1945-1985) edito nel 2020 dalla casa editrice eum (Edizioni Università di Macerata) Lucia Paciaroni offre al lettore una storiografia educativa italiana con una prospettiva innovativa basata sull’oralità.
L’opera raccolta nella collana “Biblioteca di History of Education & Children’s Literature” riunisce alcune testimonianze rilasciate da alunni e dagli insegnanti della scuola di un tempo. Per la prima volta Memorie di Scuola si ricostruisce “dal basso” la storia della scuola elementare marchigiana, della classe magistrale e della sua popolazione studentesca nel primo quarantennio repubblicano.

Il libro
Paciaroni analizza con perizia “scientifica” le reali pratiche didattiche ed educative. Attraverso la testimonianza dei protagonisti della scuola (discenti e docenti) si evidenziano i costumi educativi e le pratiche didattiche e disciplinari in uso nelle aule scolastiche, restituendoci un affresco vivo della scuola elementare marchigiana dal punto di vista storico ed istituzionale.
Le fonti orali raccolte, oltre cinquanta persone tra ex-alunni ed ex-maestri, ha l’obiettivo di costruire un archivio digitale che poi sarà messo a disposizione dal Museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca” dell’Università degli Studi di Macerata.
Sono proprio le fonti orali ad essere protagoniste di un ricco patrimonio immateriale storico-scolastico affinché si affronti in maniera innovativa l’aspetto storiografico-educativo. Gli storici dell’educazione hanno riconosciuto le molteplici potenzialità della cultura della scuola divenuta oggi oggetto di studio.
Le testimonianze orali hanno coinvolto maestri e alunni che hanno frequentato la scuola nella regione Marche tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta. Attraverso i loro racconti Paciaroni approfondisce diversi aspetti legati alla storia della scuola.

Memorie di scuola – La recensione
Le storie di vita degli intervistati ci aiuta ad approcciarci ad una diversa e nuova storia della didattica, dei costumi scolastici, delle esperienze professionali e delle reali pratiche educative svolte in classe. Le interviste sono state condotte sulla base dello stesso questionario affrontando temi come la formazione, l’insegnamento, l’educazione, tracciando persino una sorta di “biografia” di ogni protagonista della storia, puntualizzando l’attenzione anche sul metodo didattico, le punizioni corporali (bacchette, sberle e orecchie d’asino), il rapporto con i colleghi, i sussidi didattici e le riforme (poche) della scuola.
L’oralità richiede ascolto, e ascoltare è già di per sé un difficile mestiere che richiede attenzione, per non perdere il filo del discorso affinché si possa poi registrare nella “memoria” la voce della testimonianza. Il rapporto tra intervistatore e intervistato richiede fiducia, empatia e condivisione. L’incontro produce confronto e responsabilità. Il compito del ricercatore è quello di trascrivere con fedeltà le testimonianze per una narrazione intima e delicata delle vite “ricercate”. Tutte le interviste realizzate, con il rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali, sono state catalogate in base ad una serie di indicatori statistici che includono la dimensione sia cronologica (età, formazione e attività professionale) che spaziale (province, comuni).
Questa metodologia di ricerca offerta dalla Paciaroni presenta anche qualche problematica, dove la natura della memoria incontra il rischio dell’invecchiamento, ecco perché gli avvenimenti narrati richiedono una riorganizzazione e una reinterpretazione del passato. La novità di usare le fonti orali consente sicuramente di fare storia in un modo nuovo analizzando convergenze e difformità. Memorie di Scuola è un mosaico che fotografa i profondi mutamenti economici, culturali e sociali che hanno investito il territorio marchigiano in un periodo ben preciso. Abbiamo, oggi come non mai, bisogno di testimonianze per non perdere le radici del passato per poter ancora una volta affrontare i nervi del futuro.
L’autrice sarà presente al Festival Macerata Racconta, introdurrà Barbara Malaisi insieme agli allievi della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi (UNIMC). Un incontro che ci riporta con la memoria ai tempi della scuola, con i suoi metodi educativi controversi.

https://www.labottegadihamlin.it/2021/06/30/memorie-di-scuola-le-fonti-orali-e-limportanza-di-non-perdere-le-radici/

 
Orizzonti della Marca
Eum Redazione

«La scuola nel racconto di ex alunni e insegnanti»

di Alessandro Feliziani, Orizzonti con libri, Orizzonti della Marca, p. 3

La storia personale di ognuno di noi è ricca di tanti piccoli episodi che spesso serbiamo dentro e che, proprio per questo, sono destinati a perdersi per sempre. Episodi che sembrano importanti solo per chi li ha vissuti, ma che, invece, uniti a quelli di tutti gli altri possono fare una “grande storia”. Un esempio è la storia della scuola, di come essa è cambiata nel tempo. A Macerata, il museo “Paolo e Ornella Ricca”, istituito dall’università, raccoglie e custodisce materiali in uso nelle scuole italiane nei primi sessant’anni del ’900: cattedra, banchi, lavagna, cartelle, pennini, calamai, quaderni, sussidiari e anche oggetti legati alle punizioni corporali degli alunni indisciplinati. Tutti oggetti e suppellettili che ora in un certo qual modo si animano attraverso le testimonianze orali di una cinquantina di ex alunni e insegnanti, nati tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso, che la giornalista maceratese Lucia Paciaroni ha raccolto e pubblicato in un volume edito da Eum per la collana «History of education & children’s literature», diretta da Roberto Sani e Anna Ascenzi.
Partendo dal processo di rinnovamento maturato nell’arco di oltre un secolo nell’ambito della ricerca storico-educativa, l’autrice dimostra come l’utilizzazione di fonti orali sia fondamentale nella ricostruzione storiografica, specie per quanto riguarda la storia della scuola che – salvo sporadici casi di pubblicazioni a carattere biografico – è cristallizzata su provvedimenti ufficiali, leggi, circolari e sistemi pedagogici codificati. I ricordi dei protagonisti che si sono seduti sui banchi o sulla cattedra (a volte, come nelle testimonianze raccolte in questo libro, su entrambi i fronti) fanno sì che la storia dell’educazione si inserisca a pieno titolo nella storia politica e soprattutto sociale di un paese.
Da diverse testimonianze, emerge anche l’importante ruolo svolto dall’istituto magistrale “Costanza Varano” di Camerino, dove si sono formati molti insegnanti di scuola elementare. Fernando Mattioni (classe 1934) di Pieve Torina ricorda il suo primo incarico di maestro all’istituto di rieducazione per minori “Fiorelli” di Visso, ma rammenta anche la sua infanzia di scolaro, quando uno degli “scherzi” che i maschi facevano alle femmine – Mattioni però precisa «... io non l’ho mai fatto» – era quello di “intingere” la treccia di capelli nel calamaio. Lorenzo Corradetti (classe 1927) di San Severino ricorda il primo anno di insegnamento alla scuola rurale di Elcito, raggiungibile a piedi percorrendo per più di mezz’ora un viottolo di montagna. D’inverno, oltre al disagio della neve, per riscaldare la pluriclasse doveva procurarsi anche la legna nel bosco vicino la scuola. Tempi eroici della scuola italiana.

 
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