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edizioni università di macerata

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«Farle in pezzi»

Le antologie di Leopardi e Leopardi nelle antologie. Studi

Giulia Corsalini

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The essays collected in this volume have in common the attention they give to literary anthologies, analyzed through topics on Leopardi. In particular, the introductory essay and the first study treat Leopardi's original position in the debate on anthologies and the consequent revision of Leopardi's Crestomazia poetica done by Bruto Fabricatore; the studies of the second part concern the anthological section of the “Canti” from the mid-twentieth century and the possible integration of Leopardi's school texts in the light of the new critical contributions.

About the Author
Giulia Corsalini treats Leopardi's essays on literature of the sixteenth and twentieth century and on teaching literature; among these, the volume Il silenzio poetico di Leopardi (Recanati, editions of CNSL,1998). Training courses in teaching literature from criticism to direct contact with the text (Milan, FrancoAngeli, 2010). She is also the author of the volume «La notte consumata indarno». Leopardi e i traduttori dell'Eneide (Macerata, eum, 2014).

  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-521-1
  • Numero pagine 76
  • Formato 14x21
  • Anno 2018
  • Editore © 2018 eum edizioni università di macerata
La Rassegna della Letteratura Italiana
Eum Redazione

Di Luca Chiurchiù, Rassegna Bibliografica, La Rassegna della Letteratura Italiana, Le Lettere, Firenze, Anno 123, Serie IX, n° 2, luglio/dicembre 2019, pp. 489-491

«Un’antologia può sempre trasformarsi in una specie di profanazione: è questo il rischio che Giacomo Leopardi – nella nota rivolta ai lettori presente nel secondo volume della Crestomazia compilata per l’editore Stella – avverte in un simile lavoro di selezione di testi, in particolare quando si tratta di brani estrapolati dalle pagine dei più grandi scrittori. Da qui la scelta leopardiana di non inserire nella sua antologia quegli autori e quelle opere che ritiene massimi, e, per questo motivo, concepibili soltanto nella loro interezza: Dante, Petrarca, l’Orlando Furioso e le Satire di Ariosto, la Gerusalemme liberata e l’Aminta di Tasso, il Pastor Fido di Guarini e Il giorno di Parini.
Proprio dalle considerazioni di Leopardi prende le mosse l’utile volume di C., che non si limita soltanto a studiare quali siano stati i criteri di selezione e di impianto adottati dal recanatese per mettere a punto i due volumi della sua Crestomazia, ma, allargando lo spettro d’analisi, indaga in che modo alcuni tra i più importanti antologisti successivi si siano confrontati col modello, ineludibile, offerto da Leopardi. Ineludibile innanzitutto per la sua originalità: come afferma l’A. nella Prefazione, infatti, se è vero che nella Crestomazia della prosa è ancora ravvisabile un intento istruttivo e pedagogico, e quindi una struttura più legata agli schemi classici, nella Crestomazia della poesia tale intento viene messo volutamente da parte, in favore di una ricostruzione a tutti gli effetti diacronica (Leopardi abbandona il raggruppamento per generi, seguendo lo sviluppo storico della poesia dal Quattrocento all’Ottocento) e caratterizzata da una voluta omogeneità stilistica: una ricostruzione che sembra conservare come scopo quello di una restituzione di un “effetto poetico” (p. 16) d’insieme. In tal senso, pur tenendo conto dell’insoddisfazione leopardiana per il risultato finale, C. definisce la Crestomazia della poesia “qualcosa di simile in definitiva ad un’opera creativa. […] Una proposta d’interpretazione del mondo e della letteratura” (p. 18)…»

https://www.lelettere.it/libro/24010-19-2

 
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