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edizioni università di macerata

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Scuola e società nel Meridione preunitario

18,05 €

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19,00 €

  • Autore Florindo Palladino
  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-408-5
  • Linea Editoriale eum dir
  • Numero pagine 390
  • Formato 14x21
  • Anno 2015
  • Editore @2015 eum edizioni università di macerata
History of Education & Children’s Literature (HECL) XI/1 2016
Eum Redazione

Rossella Andreassi recensisce il volume sulle pagine di «History of Education & Children’s Literature» (HECL), XI/1 2016, pp. 583-585.

La recensione è disponibile nella sezione Download.

 
HECL XI/1 2016
Eum Redazione

di Rossella Andreassi, «History of Education & Children’s Literature», XI/1, 2016

Il testo di Palladino si colloca in un filone di studi poco esplorato e rappresenta un valido strumento storiografico per la ricostruzione del «sistema di pubblica istruzione» a partire da un elemento storico non sempre preso nella dovuta considerazione per la corretta lettura della storia dell’istruzione nell’Italia meridionale nella prima metà dell’Ottocento: la riforma dell’istruzione attuata nella Francia imperiale da Napoleone e i conseguenti riflessi nel Regno di Napoli. Il modello di istruzione francese impostato, grazie alla riforma dell’Université impériale, su un sistema di pubblica istruzione centralizzato, verticalizzato e diviso prospetticamente in tre ordini (primario-secondario-superiore), risulta illuminante per la comprensione del processo storico che porterà alla nascita dell’istruzione secondaria nell’Italia Meridionale e al costituirsi del processo di formazione delle élites dirigenti. In tale contesto, la ricerca di Palladino fa propria l’attuale esigenza di rinnovamento metodologico e critico, proponendo uno studio di caso che coniuga l’esigenza della ricostruzione locale con una lettura storiografica di più ampio respiro, in grado di chiarire l’origine e di gettar nuova luce sul binomio «scuola e società» nel Meridione preunitario.
La solidità dell’opera è caratterizzata soprattutto dall’assiduo ricorso alle risorse documentarie, analizzate dall’autore in maniera critica e approfondita, costituite fonti d’archivio finora inesplorate, per profilare la nascita e lo sviluppo dell’istruzione secondaria nella Provincia di Molise, nel periodo compreso tra il 1806 e il 1848. Lo studio ha inoltre il merito di recuperare ed evidenziare il contributo di profili importanti ma poco noti per lo sviluppo dell’istruzione secondaria nel Mezzogiorno, come quello dell’intendente molisano Biase Zurlo, grazie al quale fu possibile l’istituzione del Real Collegio Sannitico di Campobasso (1812-1816), delle scuole secondarie a indirizzo umanistico della Provincia (1816-1820), e delle prime scuole di agricoltura pratica in tutto il territorio del Regno (1817-1819). Palladino non tralascia di analizzare anche gli organi sorti per la gestione del sistema di pubblica istruzione. Tra questi merita rilevare l’operato delle Giunte di scrutinio che, istituite in reazione ai moti del 1820, costituirono un’involuzione del processo scolastico secondario appena avviato in Molise. La Giunta di scrutinio per l’istruzione operò, infatti, per un processo di epurazione della classe docente, dopo aver indagato sulle singole condotte politiche e morali aggravando non poco le difficoltà organizzative. Il caso di studio è costituito dal Collegio Sannitico di Campobasso, la cui storia è inquadrata in un contesto sociale molto più ampio, le cui linee fondamentali conducono allo sviluppo dell’istruzione secondaria nella Provincia di Molise nel periodo compreso tra il governo dei Napoleonidi e il 1848. La vicenda del Collegio diventa caso esemplare per la comprensione del più ampio processo storico che interessò il Regno di Napoli e delle Due Sicilie, sottoposto ad un’attenta analisi in cui le fonti d’archivio sul tema appaiono per la prima volta organizzate in un processo di lettura storiografica organica.
La nascita del Collegio generata dall’accresciuto bisogno formativo e da una volontà di diffusione dell’istruzione, assunse un ruolo laico e fondante per l’intera popolazione dopo la svolta della soppressione del tradizionale canale ecclesiastico di formazione, ma l’aspetto più rivoluzionario dal punto di vista sociale, in particolar per le élites locali, è dato dall’occasione di garantire l’acquisizione di quel titolo di studio che, sostituendo definitivamente il titolo nobiliare, consentì di meritare potere e prestigio, formando la nuova classe dirigente basata sul «notabilato». Lo studioso si è avvalso di un ampio ventaglio di fonti conservate presso l’Archivio di Stato di Napoli e quello di Campobasso, e presso l’Archivio storico del «Mario Pagano» (la nuova denominazione del Collegio Sannitico dal 1865, poco prima dell’abbattimento della struttura storica del Collegio e la edificazione della nuova struttura a partire dagli anno Settanta dell’Ottocento). La ricostruzione storica riproduce il percorso fatto dall’autore tra le diverse fonti, dagli atti ufficiali alle comunicazioni amministrative, integrate con le circolari presenti nel Giornale della Intendenza di Molise.
Tale ricostruzione è opportunamente integrata con utili profili biografici ricavati dai fascicoli personali dei docenti, vicerettori e rettori del Collegio; e da una scrupolosa attenzione rivolta allo spoglio sistematico degli Atti di Stati Civili (nascita, matrimonio e morte) finalizzato ad indagare il profilo sociale e l’esito formativo degli studenti del Collegio. Infine, Il metodo prosopografico ha consentito all’autore di sviluppare un’analisi accurata dell’intero corpo docente ricorrendo a quattro parametri: lo status (laico o ecclesiastico); la qualifica (titolare o interino); la provenienza e la permanenza nel collegio. La ricostruzione che ne deriva, per metodo utilizzato e risultati ottenuti, è unica nel suo genere nel panorama degli studi e merita una particolare attenzione. Completano lo studio le Statistiche della popolazione della Provincia di Molise (rintracciate nell’Archivio di Stato di Napoli), che permettono di comprendere la reale incidenza della formazione nel processo sociale. Queste analisi hanno permesso di ricostruire in maniera chiara il quadro storico e sociale della Provincia di Molise avviata proprio in questo periodo verso un difficoltoso percorso, fatto di corsi e ricorsi, verso un processo di modernizzazione ancora in stato embrionale ma in via di definizione. Il volume presenta anche delle ricche Appendici che aprono nuovi spiragli interpretativi storici e possibili sviluppi di indagini in un contesto di Digital Humanities.
Utile, per lo studio argomentato da Palladino, è l’elenco degli alunni interni al Collegio Sannitico dal 1817 al 1834 che hanno permesso la lettura sociale proposta dall’autore; altrettanto interessante la ricostruzione della collezione libraria della Biblioteca del Collegio Sannitico, il cui primo fondo risale al 1819, composta, nel 1854, da circa 2500 volumi, il cui elenco è riportato in Appendice. Il rapporto dell’ispettore D. Orofino sul Collegio Sannitico, del 1822, unito alla planimetria e al prospetto dell’edificio, restituiscono un’immagine nitida degli spazi e delle dotazioni del Collegio che Palladino ripropone in Modellazione 3D nella copertina del volume, prospettando un interessante percorso di Virtual Cultural Heritage.

 
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