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Dal Regno d'Italia alla Repubblica: le opere e i giorni del notaio Augusto Marchesini (1873-1954)

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  • Autore Grasso Mirko
  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-433-7
  • Linea Editoriale eum dir
  • Numero pagine 160
  • Formato 14x21
  • Anno 2015
  • Editore @2015 eum edizioni università di macerata
il Resto del Carlino
Eum Redazione

Marchesini, notaio amante dei viaggi e della musica

di Alessandro Felizani, il Resto del Carlino, 25/02/2024, Pag. 21 Ed. Macerata

L’Alam ne ha tracciato le innumerevoli virtù in occasione dei 70 anni dalla morte. Nel suo testamento dispose lasciti per la biblioteca e per creare un ente benefico.

Notaio e a lungo presidente del Consiglio notarile di Macerata, apprezzato cultore della storia medievale e di temi risorgimentali, appassionato viaggiatore, grande amante della musica, nonché paladino della pratica bandistica e infine benefattore. Questo è stato il maceratese Augusto Marchesini (1873-1954), al quale, in occasione dei 70 anni dalla morte, l’Alam (Associazione laureati ateneo maceratese) ha dedicato un convegno nella rinnovata sede universitaria di Piazza Strambi. "L’iniziativa – ha ricordato in apertura la professoressa Daniela Gasparrini, presidente dell’associazione – si inserisce nell’opera di riscoperta e valorizzazione di coloro che, laureatisi in un passato ormai remoto all’università maceratese, con la loro vita e la loro professione hanno dato lustro all’ateneo e alla città".
Augusto Marchesini conseguì la laurea in Giurisprudenza nel 1895, ma non pensò subito né all’avvocatura, né al notariato, cui ebbe accesso nel 1904, diventandone presto un riconosciuto “Maestro”. I suoi primi interessi spaziarono tra le questioni economiche e l’archivistica, cui si appassionò nel seguire le lezioni di paleografia del professor Lodovico Zdekauer, cui faceva capo la scuola archivistica maceratese. Non a caso a tracciare un ampio e documentato profilo di Augusto Marchesini è stata la professoressa Rosa Marisa Borraccini, già docente di Scienze del libro e delle biblioteche, nonché attuale ispettore onorario della Soprintendenza archivistica delle Marche. Fu lei anni fa a promuovere, con un finanziamento dell’ateneo, l’avvio di ricerche documentarie sul notaio Marchesini, poi condotte dal professor Mirko Grasso. Egli ha ricomposto il “grande puzzle” della vita di Augusto Marchesini, ora confluito nel libro, edito da Eum, “Dal Regno d’Italia alla Repubblica”. Un titolo emblematico della vita del notaio, il quale si formò nell’Italia umbertina, si affermò professionalmente in quella giolittiana, per operare poi in quella fascista e nei primi anni di quella repubblicana. "In questi passaggi – ha ricordato Marisa Borraccini – il filo rosso mai spezzato della continuità è rappresentato dalla profonda convinzione in Augusto Marchesini del valore etico e sociale della funzione notarile. Un principio a cui il notaio non venne mai meno". Grasso ha riferito numerosi aneddoti legati al carattere spigoloso di Marchesini e alle sue molteplici passioni. Tra l’altro, dal 1895 al 1923, fu corrispondente da Macerata per il Corriere della Sera, dove scrisse numerosi articoli in occasione della “Esposizione regionale marchigiana” del 1905. Nel suo testamento Marchesini dispose dei lasciti alla biblioteca Mozzi-Borgetti, al Museo marchigiano del Risorgimento di Macerata ed un altro, di ben 300 milioni di lire, per la creazione di un ente benefico che si occupasse della formazione musicale di giovani del territorio. Ente poi trasformato nell’attuale “Fondazione notaio Augusto Marchesini”, che continua ad operare nel rispetto delle volontà testamentarie. Al convegno sono intervenuti anche il presidente della Fondazione, l’avvocato Paolo Micozzi, e il professor Marcello La Matina, che ha portato ai presenti il saluto del rettore John McCourt.

 
Orizzonti della Marca
Eum Redazione

Vita da notaio, tra archivi, storia, viaggi e musica

di Alessandro Feliziani, Orizzonti della Marca, Orizzonti con libri, 27 gennaio 2024, Anno XII, n. 4,, p. 2

A Macerata e in provincia, tra le generazioni non più giovanissime, il cognome Marchesini è quasi sinonimo di notaio. A settant’anni dalla sua scomparsa, il nome del notaio Augusto Marchesini (1873-1954) è ancora così ricorrente, non solo per le migliaia di atti da lui redatti, ma soprattutto perché nella sua professione fu considerato un maestro, punto di riferimento per molti suoi colleghi e perché sin dai primi anni della professione, con le sue doti umane e l’ampia cultura, seppe interpretare appieno – consolidando così anche la sua posizione – la riforma del notariato voluta nel 1913 dal governo Giolitti.
Agli occhi dei suoi posteri, però, la professione lo ha in un certo senso ingabbiato nella figura notarile, impedendone la conoscenza in modo esauriente e completo. Egli, infatti, fu anche un apprezzato cultore della storia medievale e di temi risorgimentali, fu un amante dei viaggi ed ebbe soprattutto una grande passione per la musica, credendo fortemente all’utilità della pratica bandistica.
L’occasione di una riscoperta a tutto tondo del personaggio è stata il recente convegno celebrativo del centocinquantesimo anniversario della nascita di Augusto Marchesini, promosso a Macerata dall’omonima fondazione istituita a seguito delle disposizioni testamentarie con le quali il notaio dispose dei lasciti destinati alla Biblioteca Mozzi-Borgetti, al museo marchigiano del Risorgimento di Macerata e per la creazione di ente benefico che si occupasse della formazione musicale di giovani del territorio.
Nell’opera della fondazione è risultato fondamentale, per la piena conoscenza della figura e dell’opera del notaio il finanziamento di uno studio promosso una decina di anni fa dall’Università di Macerata e dal quale è scaturito un libro scritto dal professor Mirko Grasso, pubblicato dalla Eum, che permette al lettore di conoscere un’interessante storia di cui si era persa traccia e, agganciando le vicende locali a quelle nazionali, inquadra criticamente la vita di Marchesini in una lunga parabola della storia italiana. Infatti, «il notaio – scrive l’autore – si forma nell’Italia umbertina, si afferma professionalmente in quella giolittiana, continua ad operare in quella fascista per ricollocarsi poi in quella repubblicana. Ciò che rende interessante il dispiegarsi della professione notarile – ed è la sola strada che perseguirà, tenendosi sempre lontano da percorsi politici o istituzionali – è il combinarsi di questa con numerosi interessi culturali».
Benché si fosse laureato all’età di soli ventidue anni in giurisprudenza nell’ateneo maceratese con una tesi in diritto civile dal titolo «Dei vizi redibitori nei contratti in ordine agli animali», per Augusto Marchesini, figlio di un medico veterinario e proprietario terriero, la professione di notaio non fu il primo obiettivo. Egli trascorse alcuni anni a Roma, specializzandosi in questioni economiche e scrivendo anche un trattato sul commercio del bestiame che riscosse grande successo a livello nazionale. Rientrato a Macerata, trovò impiego presso la locale Congregazione di carità, dove si impegnò nel riordino dell’archivio storico. Gli archivi rappresentavano una sua passione sin dai tempi dell’università, quando aveva seguito le lezioni di paleografia impartite dal professor Lodovico Zdekauer (1855-1924), cui faceva capo quella che, secondo il celebre studioso Elio Lodolini (1922-2023), fu chiamata la Scuola archivistica maceratese.
Dopo aver tentato, senza successo, il concorso per conservatore dell’archivio notarile, Marchesini maturò l’idea di dedicarsi alla carriera notarile e nel 1904 ottenne la “piazza” di Belforte del Chienti. In seguito fu notaio ad Appignano, Pausola (attuale Corridonia) e dal 1924 definitivamente a Macerata. Mentre esercitava a Corridonia egli sposò Livia Lauri (1878-1946), già vedova e madre del futuro notaio Mario Affede (1916-1976).
Queste poche note fanno solo da introduzione all’ampia ricerca dell’autore, che per realizzare il volume ha compiuto una capillare opera di ricostruzione sulla base di documenti pubblici e privati. «La biografia del notaio – scrive nella prefazione la professoressa Rosa Marisa Borraccini, componente del consiglio d’amministrazione della fondazione Marchesini – viene tracciata tenendo sullo sfondo, ma sempre presenti, i momenti cruciali che hanno segnato la storia d’Italia […]. In questi passaggi, anche drammatici, il filo rosso mai spezzato della continuità è rappresentato dalla profonda convinzione del valore etico e sociale della funzione notarile. Un principio a cui non venne mai meno».
Il libro, corredato da diverse immagini e riproduzioni fotografiche, nonché da un utile indice dei nomi, è ricco di aneddoti e curiosità legate ai rapporti del notaio Marchesini con altri personeggi maceratesi dell’epoca, alle sue passioni per la storia (soprattutto per il Risorgimento), per i viaggi in Europa e le crociere nel Mediterraneo, ma soprattutto per la musica, cui è dedicato l’intero capitolo quarto.

 
Cronache maceratesi
Eum Redazione

Per Cronache maceratesi Giancarlo Liuti ha recensito il volume Dal Regno d'Italia alla Repubblica: le opere e i giorni del notaio Augusto Marchesini di Mirko Grasso: "I cinquant'anni di oblio per Augusto Marchesini", sabato 14 novembre 2015

http://www.cronachemaceratesi.it/2015/11/14/i-cinquantanni-di-oblio-per-augusto-marchesini/730752/


 
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