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Primavera d’incertezza View full size

 
 

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Primavera d’incertezza

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  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-716-1
  • Codice ISBN (PDF) 978-88-6056-717-8
  • DOI https://doi.org/10.13138/lc_60567178
  • Numero pagine 358
  • Formato 14x21
  • Anno 2021
  • Editore ©2021 eum edizioni università di macerata
  • Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License
Il Foglio
Eum Redazione

Il maledetto Novecento ha messo in crisi il mito della giovinezza

di Giulia Ciarapica, Una fogliata di libri, Il Foglio, 28 luglio 2021

«Quanto tempo dura la nostra adolescenza? Una riflessione che sorge spontanea leggendo l'illuminante saggio di Luca Chiurchiù
Lo scriveva Tozzi ai tempi del racconto “La specchiera” ma la domanda, oggi, non fa una grinza: quanto tempo è durata la nostra adolescenza? Quanto tempo dura, ora, l’adolescenza? In che cosa si è trasformata? Sembra incredibile ma il balzo temporale all’indietro – dal punto di vista dell’analfabetismo emotivo – che abbiamo compiuto nel corso degli ultimi anni ci dà la conferma della nostra, forse perenne, chissà, aderenza a quell’idea di giovinezza malata che è appartenuta a certi scrittori primonovecenteschi, come Tozzi, Moravia o Brancati (per non parlar di Svevo, che si affaccia già alla fine dell’Ottocento sulla scena letteraria con un impeto di coraggiosa modernità).
La riflessione sorge spontanea leggendo l’illuminante saggio di Luca Chiurchiù, “Primavera d’incertezza” (Edizioni Eum), in cui ripercorrendo l’ascesa e poi la trasformazione del mito della giovinezza in qualcosa d’incerto, di traballante, l’autore arriva a concepirne il disfacimento in termini di malattia, proprio come accade in molti dei romanzi di Federigo Tozzi e Alberto Moravia, per citare i due esempi probabilmente più vicini, soprattutto oggi, al nostro sentire comune.
Se è vero che già a partire dalla metà del Settecento, e poi per tutto il secolo XIX, la giovinezza si viene delineando come un modo d’essere e di agire, le cui caratteristiche fondanti sono la vitalità, la prestanza fisica e morale, il rifiuto delle regole imposte, l’auto identificazione col progresso – la cosiddetta “gioventù di ferro d’Europa” che si rivolge unicamente ai maschi –, è allo stesso modo vero che la situazione cambia drasticamente alle soglie del Novecento. Mentre viene frantumandosi lo schema classico del Bildungsroman, ecco che il mito della giovinezza inizia a strizzare l’occhio all’universo fiammeggiante della malattia attraverso le opere di certi scrittori che mettendo in luce le contraddizioni di questo mito dal di dentro narrano quella che Chiurchiù definisce come una “controstoria” della giovinezza…»

https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2021/07/31/news/il-maledetto-novecento-ha-messo-in-crisi-il-mito-della-giovinezza-2727472/

 
Avvenire
Eum Redazione

Gioventù, mito e malattia da Tozzi a Moravia

di Massimo Onofri, Avvenire, Agorà, 22 luglio 2021

"... Una prospettiva, questa, che resta ancora fertile per capire fino in fondo (e nella giusta luce storico-filosofica) Primavera d’incertezza, l’ultimo brillantel avoro di Luca Chiurchiù, giovane dottore di ricerca,appena pubblicato per Eum edizioni di Macerata, con un sottotitolo molto significativo: Mito e malattia della giovinezza in Federigo Tozzi, Alberto Moraviae Vitaliano Brancati. Il Novecento – particolarmente nei tre autori summenzionati – è stato infatti anche questo: una decostruzione di quel mito eroico della giovinezza impostosi secondo Chiurchiù nel Settecento, e che per altro, sotto il fascismo, avrebbe trovato la sua più enfatica e ridicola celebrazione..."

https://www.avvenire.it/

 
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