Sono rossi i pesci rossi?
Di Luisa Bertolini, Doppiozero, 6 Febbraio 2023
(…) Blu. La bellezza della natura è il titolo del libro di Kai Kupferschmidt (Prefazione di Luca De Benedictis, trad. it. di Laura Bortot, Edizioni Università di Macerata), giornalista con una formazione in biologia molecolare. Il piano dell’analisi è quindi decisamente scientifico: davvero, si chiede l’autore, il colore è in primo luogo un fenomeno sociale, come afferma lo storico Michel Pastoureau? Certo è un elemento, ma il blu, ribatte, è fisica, è chimica, è biologia e ci promette un percorso tra minerali, vegetali e animali, occhi e cervelli, animato da alcuni incontri con studiosi che, in varie parti del mondo, effettuano nuove ricerche sul blu.
Il primo incontro si svolge nell’Oregon, a Corvallis, nel laboratorio del professore Mas Subramanian dove è stato scoperto un nuovo pigmento, lo YInMn Blue (pronunciato Jinnminn). Una precisa mescolanza di ittrio (Y), indio (In) e manganese (Mn), messo in un forno a 1300 gradi per almeno sei ore produce questo blu intenso e straodinario. La ricetta è nel libro, ma sembra piuttosto difficile dosare le proporzioni e procurarci un forno adatto, forse possiamo accontentarci del pastello a cera della Crayola, chiamato appunto “bluetiful” che si ispira allo YInMn Blue. Del resto, come racconta Kupferschmidt, la ricerca dei pigmenti blu per riprodurre il colore del cielo e del mare ha origini antichissime e giunge fino appunto ai nostri giorni. Risale a settemila anni fa, alla scoperta della pietra blu, il lapislazzuli, sulle montagne dell’Hindu Kush nell’attuale Afganistan, alla “fritta blu” fabbricata dagli egizi, all’uso dell’oltremare ricavato dall’azzurrite e dello smalto blu cobalto dei pittori rinascimentali, prosegue fino al blu di Prussia e al blu oltremare sintetico fabbricato nell’Ottocento e al blu Klein, il brevettato IKB i cui componenti – ci assicura l’autore – potremmo procurarci anche noi nel negozio di pigmenti Adam a Montmatre. Per ciascuno di questi composti l’autore ci dà molti ragguagli sulla struttura chimica.
Un altro incontro, piuttosto inquietante, riguarda il collezionista di occhi Leo Peichl all’ospedale universitario di Francoforte sul Meno: nel suo ufficio sono conservati, in formalina o in piccole scatole di cartone, centinaia di occhi di animali diversi, dagli elefanti ai toporagni. Il professore studia la retina e i recettori che catturano la luce e cerca di ricostruire alcune tappe della storia dell’evoluzione. La storia naturale, ci spiega Kupferschmidt, rivela che negli occhi dei vertebrati, circa cinquecento milioni di anni fa esistevano quattro tipi di coni e che, mentre uccelli, pesci e rettili conservano ancora questi quattro recettori, nei mammiferi, per varie peripezie genetiche, due recettori vennero perduti e solo le scimmie – e l’uomo – riuscirono a differenziare uno dei due coni e conferire al terzo cono la capacità di recepire il rosso. Il complesso passaggio dalla retina al cervello è poi alla base della percezione delle coppie opponenti rosso-verde, blu-giallo, un tema che da più di un secolo ha sempre suscitato l’interesse dei filosofi. L’autore qui si ferma lasciando ai filosofi la costruzione di esperimenti mentali che egli giudica con un certo scetticismo. Qualche volta a ragione.
La seconda parte del libro entra nel mondo vegetale e animale. La presenza del pigmento blu nel mondo vegetale, spiega Kupferschmidt, è dovuta all’azione di un gruppo di sostanze coloranti, gli antociani (dal greco ἀνϑος ‘fiore’ e κύανος ‘azzurro’), ad esempio nei fiordalisi, nella clitoria ternatea e in altri bellissimi fiori. Ci racconta anche dei tentativi, finora falliti, della ditta giapponese Suntory di creare con modificazioni genetiche una rosa davvero blu. Diverso è invece il modo in cui si formano le tonalità blu nel mondo animale: derivano da strutture microscopiche, reticoli, creste, fossette, lamine e sfere che curvano o disperdono i raggi luminosi, come nel caso del magnifico morfo blu, una farfalla che presenta sulla superficie delle sue ali minuscole strutture a forma di albero. Le ricerche naturalistiche che l’autore ci propone con altre numerose analisi ci introducono alla scoperta di aspetti sconosciuti e curiosi delle piante e degli animali, senza minimamente distruggere il fascino del fiore blu della poesia romantica o la magia del cavallo blu di Franz Marc…
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