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Note sul testo
L'idea di natura è qui affrontata sotto diverse angolazioni: come prodotto dell'azione divina, la natura è buona, ma anche impenetrabile allo sguardo del soggetto conoscente, che tenta di appropriarsi della sua essenza attraverso un processo di classificazione e nominazione che attraversa i secoli. Al tempo stesso l'idea di natura si rivela inseparabile non solo dallo stato di cultura, ma anche dalla teoria politica, a partire dalla riflessione che dall'Italia del XV secolo si trasferisce poi a tutta l'Europa, rimettendo in discussione la superiorità del regime monarchico considerato fino a quel momento come "naturale" poiché riflesso della struttura dell'universo tolemaico. Contemporaneamente, l'attività politica e più in generale l'azione dell'uomo cominciano ad apparire contrari alla felicità naturale in un movimento che dal XV secolo si irradia fino alla contemporaneità più recente. D'altra parte, l'impenetrabilità della natura è anche fonte di angoscia: il suo meccanismo si riproduce eterno e inesorabile senza compassione per le creature che esso genera. lnversamente nelle poetiche romantiche e decadenti la natura è un riferimento paradigmatico, che tuttavia appare inseparabile dal soggetto che la interiorizza rinunciando così a conoscerla, mentre, per altro verso, la teoria artistica si nutre della concezione del linguaggio come espressione naturale, in grado di rivelare le leggi razionali della natura, ma anche il suo ciclo incessante, la sua forza magmatica e le sue pulsioni inspiegabili. Peraltro il valore fondante del mito, recuperato, reinventato, reinterpretato, fino alle espressioni letterarie più recenti, sembra unificare i frammenti dispersi di una relazione uomo-natura sempre più compromessa nella società postmoderna.
Note sui curatori
Donatella Bisconti è docente di lingua, letteratura e civiltà italiana all'Università Clermont-Auvergne. Membro dell'IHRIM-ENS di Lyon, collabora regolarmente col CERUM di Paris3. Ha pubblicato saggi su Dante, Boccaccio, Alberti, i fratelli Pulci, l'età laurenziana. Si occupa in particolare dello sviluppo della teoria politica nel XV secolo e della ridefinizione del rapporto dell'intellettuale col potere nel passaggio cruciale all'età moderna.
Cristina Schiavone è ricercatrice di lingua e traduzione francese all'Università di Macerata (Dipartimento di Studi Umanistici). È responsabile della Laurea magistrale binazionale (doppio diploma italo-francese) in "Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale" (LM-38) - Università di Macerata - e Master in 'Etudes interculturelles franco-itallennes' (EIFI), - Université Clermont-Auvergne. I suoi ambiti di ricerca sono: francofonia, variazione sociolinguistica, plurilinguismo, alterità e Identità, traduzione e diritti linguistici nello spazio francofono subsahariano.
Indice
Introduzione
I – Natura naturans, natura naturata: entre détachement et identification
Sonia Porzi, « Sora nostra matre Terra / la quale ne sustenta et governa » : l’idée de nature chez saint François et la revalorisation du monde terrestre au tournant du XIIIe siècle.
Rosario Vitale, Confluenze e incidenze naturali nei versi di Attilio Bertolucci
Alfredo Luzi, «Natura, lei sempre detta, nominata dalle origini»: il “discorso naturale” nella saggistica di Mario Luzi
Note
Regards croisés
Collana di studi linguistici e letterari interdisciplinari
Dipartimento di Studi Umanistici – Lingue, mediazione, storia, lettere, filosofia
Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo
IHRIM (Institut d’Histoire des Représentations et des Idées dans les Modernités UMR 5317 / UCA Clermont-Ferrand)
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