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Parler dulcement d’amur View full size

 
 

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Parler dulcement d’amur

Identità, desiderio, racconto nei testi antico-francesi della leggenda di Tristano (XII sec.)

PhD Thesis Award

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Note sul testo
Nella cosiddetta fine lunga del romanzo di Thomas d’Angleterre, Isotta, giunta troppo tardi, si rivolge al corpo esanime dell’amato e scandisce un’ipotesi impossibile, fantasticando che, se fosse arrivata in tempo, avrebbe salvato la vita a Tristano e gli avrebbe parlato – dulcement – del loro amore. Anche se solo per via ipotetica, l’eroina si appropria, con le sue ultime parole, del ruolo che la tradizione attribuisce notoriamente al protagonista maschile: quello di cantore della sua storia, di narratore della parabola tristaniana. Il quadro perfetto dell’idillio amoroso è, per quest’amante esemplare, una fusione di baci e racconto, abbracci e memoria. La condizione dell’amore è contemplata come una condizione narrativa. Amare è raccontare il proprio amore, figurarsi come personaggi, inscriversi in un narrato. L’amore è un atto di parola, senza essere per questo negato come atto fissato da una performance dei corpi, evento che si dipana tra due esistenze.

Note sull'autore
Teodoro Patera è ricercatore presso la Georg-August-Universität di Göttingen. Laureato in Lettere all’Università di Roma Tor Vergata, specializzato in Studi medievali a Ginevra, ha conseguito il dottorato in Scienze linguistiche, filologiche, letterarie presso l’Università di Macerata.

Indice
Introduzione

Capitolo primo. Note per una teoria del personaggio
1. L’oltre del personaggio
2. Un intervallo tra l’essere e il non essere: l’être inexistant di Ferdinand de Saussure e l’insopprimibile modellino antropologico
3. Il personaggio significante
4. Il personaggio medievale: un anacronismo?
5. Identità e desiderio: per un’antropologia della letteratura
6. Mimesi, identificazione
7. Un condensatore relazionale e anaforico: dal personaggio al suo effetto

Capitolo secondo. Ostensioni e latenze dell’identità nelle Folies Tristan
1. La follia come metafora
2. Dall’eroe dai mille volti all’eroe senza volto
3. Un personaggio liminale
4. Immagini perdute

Capitolo terzo. Memoria e gioco nel romanzo di Béroul
1. Una visione prospettica
2. Un tempo duplice: il mito al centro del racconto
3. Il tormento della contraddizione

Capitolo quarto. Choses u se puissent recorder: le ambiguità della mimesi in Thomas d’Angleterre
1. Thomas teorico del personaggio: la sala delle statue
2. Doppio, godimento, logiche del conflitto
3. Dal conflitto al quartetto: l’istanza (est)etica della maschera di Thomas
4. Fluttuazioni metadiegetiche
5. Desiderio, narrazione, spersonalizzazione
6. Da Isotta a Thomas: lo specchio narrativo dell’amore
7. Parler dulcement d’amur: verso un’antropologia della letteratura

Conclusioni

Bibliografia

Indice degli autori citati

Note
Premio Tesi di dottorato 5
Collana diretta da Rosa Marisa Borraccini e Mariano Cingolani


In copertina: Messire Thibaut, Li Romanz de la poire, BnF, Fr. 2186, c. 5v., XIII sec.

  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-534-1
  • Numero pagine 294
  • Formato 14x21
  • Anno 2018
  • Editore © 2017 eum edizioni università di macerata
Studi francesi
Eum Redazione

di G. Matteo Roccati, Rassegna bibliografica, Studi francesi, 186 (LXII / III) 2018, p. 474

Lo studio propone «un’indagine sull’identità da intendersi, già modernamente, come configurazione processuale strettamente legata alla prassi diegetica e veicolante un punto di vista assiologico, un’indagine che utilizzi la tradizione tristaniana come laboratorio testuale attraverso cui problematizzare la nozione di personaggio medievale, indagando il disseminarsi di questo in un tessuto intersoggettivo e narrativo» (p. 14). Dopo un primo capitolo introduttivo (Note per una teoria del personaggio), i tre capitoli successivi sono un commento al testo delle Folies, di Béroul e di Thomas. Bibliografia, pp. 253-287, e Indice degli autori citati, pp. 289-294.

https://bit.ly/2BtxGQ0

 
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