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Cultura e filantropia nel Settecento
Bartolomeo Mozzi (1732-1799)
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Bartolomeo Mozzi (1732-1799)
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Quali furono, nella seconda metà del Settecento, le relazioni intellettuali di un appassionato bibliofilo, quali i legami che unirono una regione culturalmente non angusta ma periferica come le Marche con i circuiti nazionali e internazionali di circolazione delle idee? La fitta corrispondenza epistolare del patrizio maceratese Bartolomeo Mozzi, munifico benefattore e primo direttore della nascente Biblioteca pubblica di Macerata, configura un’estesa trama di relazioni con vari esponenti dell’intellettualità del tempo, strette in occasione dei suoi numerosi viaggi, e consente di conoscere e definire il tipo di interessi culturali e scientifici del mondo a lui contemporaneo, la cui eco giungeva fino a Macerata. Nel carteggio figurano, accanto a personalità di secondo piano, molti nomi famosi dell’erudizione settecentesca in un fitto scambio di notizie dotte, di indicazioni bibliografiche e di riflessioni filosofiche, che smentiscono la tante volte ribadita chiusura delle Marche ad ogni idea novatrice. Bartolomeo si dedica anche alla scrittura, inseguendo probabilmente una fama che non verrà. Il suo nome infatti resta legato non ai suoi scritti, ma alle generose misure prese, in accordo con il fratello Giuseppe, a vantaggio di quella che si chiamerà la Biblioteca comunale Mozzi Borgetti. Nelle sue cospicue donazioni, librarie e pecuniarie, si fondono la liberalità, conforme al tradizionale ethos aristocratico, e il patriottismo civico dei patriziati di antico regime con la volontà di contribuire al bene comune, in armonia con le tendenze utilitaristiche di un’epoca che aspira alla massima felicità possibile per il maggior numero di persone. Così tradizione e spunti di modernità si intrecciano inestricabilmente nella figura di Bartolomeo Mozzi.
Nicola Leoni è ‘Cultore della Materia’ per l’insegnamento di “Storia moderna”, presso il Dipartimento di Scienze Storiche, Documentarie, Artistiche e del Territorio “Renzo Paci” della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Macerata. Attualmente sta conducendo uno studio su Francesco Maria Morrone, “Coadiutore dell’Arcipretura della Metropolitana di Fermo” (1724) e, in particolare, sulla sua azione di postulatore nel processo di beatificazione di padre Antonio Grassi (1592-1671), della Congregazione dell’Oratorio di Fermo.
Note
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