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Scaena magistra: perché mettere in scena i classici Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

Scaena magistra: perché mettere in scena i classici

Vitalità del teatro antico e applicazioni nella didattica delle lingue classiche

Raccolta di studi

Francesca Boldrer e Luca Lattanzi (a cura di)

Disponibilità: disponibile

13,30 €

Prezzo ridotto!

-5%

14,00 €

Note sul testo
Il volume illustra come sia possibile mettere in atto una proficua sinergia tra Università e Scuola di istruzione superiore nell’insegnamento delle lingue classiche, valorizzando l’interesse che il teatro suscita presso studenti e studentesse. Le ragioni sono legate alla volontà degli stessi autori greci e latini di rappresentare sulla scena, in forma di actio o recitatio, le proprie opere (commedie e tragedie, ma non solo), una destinazione da sostenere nella ricezione moderna anche in ambito didattico per un approccio dinamico e creativo ai testi antichi, tuttora attuali. I contributi raccolti mostrano attraverso varie prospettive e metodologie (filologiche, letterarie e didattiche) come la cultura classica possa essere percepita anche grazie al teatro come viva e familiare, portatrice di un patrimonio inestimabile di valori, a partire dall’humanitas.

Hanno curato il volume Francesca Boldrer, professoressa di Lingua e letteratura latina presso l’Università di Macerata, studiosa di poesia didascalica e augustea, di humanitas e umorismo antico, e Luca Lattanzi, docente di Lingua e cultura latina e greca, attivo nel progetto teatrale del Liceo Classico “Annibal Caro” di Fermo.
 
Indice
Introduzione, Francesca Boldrer, Luca Lattanzi
 
Modalità e forme per insegnare il teatro latino al liceo: qualche proposta, Andrea Balbo
 
Teatro comico e poesia bucolica e satirica: interazioni in Virgilio e Orazio, Francesca Boldrer
 
Pròsopon. Il teatro greco antico come scrittura del corpo e dell’azione, Marcello La Matina
 
Performare l’antico: storia di una strategia didattica, Marcella Petrucci
 
Il teatro pedagogico e il metodo Ørberg nella didattica delle lingue classiche. Un’esperienza di metodologia laboratoriale integrata, Angela Carcaiso
 
Dalla traduzione dei classici alla messa in scena teatrale: il caso della Medea di Euripide, Laura Dionisi, Fabio Bacaloni
 
Progetto Teatro Curricolare, Elisabetta Biella
 
Vindices. Dal teatro alla classe. Recitare Shakespeare in latino, Micol Jalla
 
Profilo degli autori
 
Note
In copertina: Teatro romano di Helvia Recina (Villa Potenza, MC)

  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-976-9
  • Codice ISBN (PDF) 978-88-6056-977-6
  • Numero pagine 165
  • Formato 14x21
  • Anno 2024
  • Editore ©2024 Autore/i
  • Creative Commons BY-SA 4.0
Dalla carta allo schermo
Eum Redazione

di Angelo Fazari, Dalla carta allo schermo

Trama
Il volume illustra come sia possibile mettere in atto una proficua sinergia tra Università e Scuola di istruzione superiore nell’insegnamento delle lingue classiche, valorizzando l’interesse che il teatro suscita presso studenti e studentesse. Le ragioni sono legate alla volontà degli stessi autori greci e latini di rappresentare sulla scena, in forma di actio o recitatio, le proprie opere (commedie e tragedie, ma non solo), una destinazione da sostenere nella ricezione moderna anche in ambito didattico per un approccio dinamico e creativo ai testi antichi, tuttora attuali. I contributi raccolti mostrano attraverso varie prospettive e metodologie (filologiche, letterarie e didattiche) come la cultura classica possa essere percepita anche grazie al teatro come viva e familiare, portatrice di un patrimonio inestimabile di valori, a partire dall’humanitas.

Recensione
Questo saggio a cura di Francesca Boldrer e Luca Lattanzi unisce rigore accademico e passione per la trasmissione viva del sapere. La raccolta nasce da una convinzione profonda: i classici non devono restare chiusi nei libri, ma tornare sul palcoscenico, dove sono nati. Solo così la lingua e la cultura antica possono riprendere respiro e diventare esperienza, non solo oggetto di studio.

Nell’introduzione, i curatori delineano con chiarezza la direzione del progetto: il teatro come strumento educativo e come spazio in cui la parola si fa azione. Il testo letterario, soprattutto quello greco e latino, rivela il suo senso pieno solo quando viene incarnato da una voce, da un gesto, da un corpo. È questa l’idea che attraversa tutti i contributi della raccolta, che si muovono tra riflessione teorica e sperimentazione pratica.

Andrea Balbo affronta il problema dell’insegnamento del teatro latino, invitando a superare l’approccio meramente filologico per restituire ai testi la loro dimensione performativa. Plauto e Terenzio, così, diventano strumenti per imparare a parlare e a comprendere il latino in modo più naturale e vitale. Francesca Boldrer propone un’analisi originale dei rapporti tra la scena comica e la poesia bucolica e satirica, mostrando come anche in autori apparentemente lontani dal teatro, come Virgilio e Orazio, si ritrovino elementi dialogici e teatrali che animano la pagina scritta.

Marcello La Matina offre invece una riflessione più filosofica sulla natura del teatro greco, inteso come “scrittura del corpo” e come luogo in cui la parola diventa azione collettiva. Nella tragedia antica, sostiene, il linguaggio è inseparabile dal gesto e dalla presenza scenica: un’idea che restituisce al teatro la sua funzione originaria di rito civile e conoscitivo.

La parte più innovativa del volume è forse quella dedicata alla sperimentazione didattica. Angela Carcaiso racconta un’esperienza che unisce il metodo Ørberg, fondato sull’uso attivo del latino, alla pratica teatrale. Gli studenti recitano in lingua, mettono in scena testi brevi, e attraverso il gioco drammatico imparano a pensare e a comunicare in latino. È un approccio che trasforma l’apprendimento in esperienza, e che dimostra come la lingua antica possa ancora essere viva, parlata, condivisa.

Il saggio di Laura Dionisi e Fabio Bacaloni descrive invece il percorso che conduce dalla traduzione alla rappresentazione teatrale della Medea di Euripide. Gli autori mostrano come il lavoro traduttivo non sia un atto neutro, ma il primo passo verso una vera e propria riscrittura interpretativa. Quando la parola si fa gesto, la tragedia di Medea acquista nuove sfumature emotive e restituisce agli studenti la possibilità di comprenderla non solo con la mente, ma con il corpo e la voce.

Insieme, questi contributi costruiscono un mosaico coerente e stimolante. Questo non è un semplice volume di studi, ma un invito a riconsiderare il modo in cui ci si accosta ai testi antichi. La scena diventa davvero “magistra”, maestra di vita e di conoscenza, luogo in cui l’antico si rinnova e l’apprendimento diventa partecipazione. Il lettore ne esce con la sensazione che il teatro non sia un accessorio della cultura classica, ma la sua chiave più autentica.

È un libro che riesce a parlare tanto agli studiosi quanto a chi vive la scuola e l’università, ma anche a chi crede che i classici possano ancora dire qualcosa al nostro presente. Si consiglia in particolare a insegnanti di latino e greco, a studenti di lettere classiche, a registi e operatori teatrali interessati alla messa in scena del repertorio antico, e più in generale a chi cerca un modo nuovo e concreto per riportare alla vita la parola dei classici. Scaena magistra è un invito a far risuonare di nuovo quelle voci, non nei corridoi della memoria, ma nello spazio vivo del teatro.

Alcune note su Francesca Boldrer
Francesca Boldrer è professoressa associata di Lingua e Letteratura latina presso l'Università di Macerata

Alcune note su Luca Lattanzi
Luca Lattanzi, dopo aver insegnato per nove anni in varie scuole superiori della provincia di Milano, dal 2004 è docente a tempo indeterminato di lingua e cultura latina e lingua e cultura greca nel Liceo Classico Statale "A. Caro" di Fermo.

TAG: #saggi, #teatro, #francesca_boldrer, #luca_lattanzi, #voto_quattro_mezzo

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