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Anni memorabili Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

Anni memorabili

Traduzione ed Echi traduttivi a cura di Raffaela Merlini.
Sapere del passato, fare il presente, intuire il futuro a cura di Benedetta Barbisan.

Winston Churchill, a cura di Benedetta Barbisan, Luca De Benedictis, Raffaela Merlini; traduzione di Raffaela Merlini

Disponibilità: disponibile

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Note sul testo
Nessun uomo politico ha occupato posizioni di governo nel corso di entrambe le guerre mondiali del secolo scorso. Nessuno a parte Winston Churchill, un testimone del Novecento fuori dal comune anche per la personalissima maestria con le parole, agevolata da un ingegno fulmineo, da una lingua affilata e da un inesauribile vocabolario. La sua produzione letteraria – cinquantuno libri (di cui undici postumi) raccolti in ottanta volumi, accompagnati da centinaia e centinaia di articoli scritti come corrispondente di guerra in India, Sudan e Sudafrica per permettersi l’acquisto delle scorte di Pol Roger con cui innaffiava immancabilmente i suoi pasti – ammonta a più di quanto scrissero Charles Dickens e William Shakespeare messi insieme, il che fa del Premio Nobel per la Letteratura che gli venne conferito nel 1953 un riconoscimento tutt’altro che onorario. Churchill fu anche un instancabile oratore, e altrettanto abbondante è il numero di discorsi che tenne nel corso della sua vita. Dotato di una notevole memoria, che gli aveva guadagnato un premio scolastico per l’abilità di recitare a braccio lunghissimi poemi, non mancava però mai di provare i suoi discorsi, di cui scriveva numerose versioni, ripetendone ad alta voce i passaggi cruciali – e segnando pause e sottolineature retoriche – mentre misurava a grandi passi la stanza. Fu così che riuscì a trasformare persino la sua pronuncia blesa e la lieve balbuzie in uno strumento di efficace retorica. Immaginandolo arringare i colleghi a Westminster o le folle che ne amavano la capacità di leadership, è meno noto che alcuni fra i suoi più celebri e intensi discorsi Churchill in verità li tenne nelle università e nelle scuole. La selezione che proponiamo riunisce cinque prolusioni tenute negli anni fra il 1941 e il 1949 nelle università di Harvard, Zurigo e al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e nelle public schools di Harrow e Westminster. Fu davanti a un uditorio composto da docenti e studenti, dunque, che Churchill intonò per la prima volta il suo storico incitamento a non arrendersi mai (‘Never give in’), impiegò per la prima volta la locuzione di suo conio ‘cortina di ferro’ e auspicò la creazione degli Stati Uniti d’Europa, fino ad alludere con stile visionario alla sfida mondiale di tenere insieme la pace fra i popoli e lo sviluppo tecnico-scientifico.

Indice
Mai arrendersi!
Il dono di una lingua comune
I tendini della Pace
Gli Stati Uniti d'Europa
Intervento in occasione della Mid-century Convocation

ECHI
Sapere del passato, fare il presente, intuire il futuro
Echi traduttivi
Note

Note
/pro-lu-ṣió-ni/ 1
La collana /pro-lu-ṣió-ni/ delle Edizioni Università di Macerata (eum) porta alla luce un tesoro rimasto sinora racchiuso negli archivi delle università italiane e straniere e lo offre a un pubblico più vasto di quello davanti al quale questi discorsi furono tenuti in occasione di solenni cerimonie di inaugurazione o chiusura dell’anno accademico o per il conferimento di titoli ad honorem. Le prolusioni contenute in questi volumi, talvolta dimenticate o mai proposte prima alla lettura, lasciano così i luoghi originari in cui furono pronunciate e danno voce - resa qui in forma scritta e spesso tradotta da una lingua diversa dall’italiano - a idee tuttora capaci di insegnamento e ispirazione: lette, infatti, come ideali macchie di Rorschach, esse sono insospettato specchio di molti degli interrogativi che percorrono le odierne società.
La sezione Echi, di cui è arricchito ciascun volume, offre al lettore ulteriori evocative risonanze, che scaturiscono anche da riflessioni di interesse traduttivo.



  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-744-4
  • Codice ISSN (print) 2785-5333
  • Numero pagine 171
  • Formato 10,5X14,7
  • Anno 2021
  • Editore © 2021 eum edizioni università di macerata
Recensione di Pier Francesco Gigli, allievo della Scuola di Studi Superiori Giacomo Leopardi - Università di Macerata
Eum Redazione

Il volumetto “Winston Churchill: Anni memorabili”, che ci si appresta a recensire, costituisce un sopraffino e insolito tentativo di riscoperta e analisi della figura di un gigante storico come il primo ministro inglese. EUM pubblica queste cinque orazioni nella sua collana /pro-lu-sió-ni/, nata con il virtuoso scopo di “dare nuova voce” ai discorsi e le riflessioni di eccelsi e immortali auctores del passato; il più delle volte corredando le opere della sezione Echi, al fine precipuo di accompagnare, ex post – considerando che tale arricchimento è sapientemente allocato dopo le opere oggetto di analisi – il lettore, quasi come, mutatis mutandis, in una metafora dantesca, nell’immersione in questo giardino di parole, paradiso di spiriti magni. Questo arduo ma lodevole compito è, nel caso di specie, affidato ad altrettanto onorate studiose, quali, la Professoressa Benedetta Barbisan e la Professoressa Raffaela Merlini.

Benedetta Barbisan, docente di ruolo di Diritto pubblico comparato, si cimenta magistralmente nella vitale, oltre che stimolante, prassi di delineazione della figura di Winston Churchill. Con questo presupposto, la riflessione Sapere del passato, fare il presente, intuire il futuro costituisce un azzeccato esercizio di analisi, accompagnato da excursus storico-biografici, del mondo concettuale, e di tratteggiamento, a fortiori a grandi linee, della personalità di un cotal personaggio e maestro della retorica. Su queste basi, ora più che mai, la conoscenza del passato ci permette di avere uno sguardo più acuto oggi, e lungimirante domani.

Essendo i contenuti di /pro-lu-sió-ni/ generalmente provenienti da contesti non autoctoni e nostrani, si presenta la necessità di una traduzione adeguata e di un approfondimento comparativista ed ermeneutico. Nell’ottica dell’indagine de quo, illuminante è lo studio condotto dalla Professoressa Merlini, la quale insegna Lingua e Traduzione Inglese. La studiosa, nella parte Echi traduttivi da lei curata, ci dona una certosina chiave di lettura delle dissertazioni presentateci, con cui scoprire il vero significato intrinseco di quella concatenazione di parole, spesso erroneamente licenziata come casuale a seguito di una lettura troppo affrettata e un’interpretazione eccessivamente dipendente dal dato letterale. La docente, al contrario, ci “riporta all’ordine”, rendendoci edotti, anche ricorrendo a confronti con il testo originale, del fatto che ogni sententia, ma anche ogni pausa, risata, o citazione biblica riportata, è stata oggetto di profonda analisi, da parte dell’autore stesso, nonché del traduttore, che non poco richiama il pardes rabbinico.

Dulcis in fundo, tralasciando gli apporti di autori esterni e più moderni, e volgendo al contempo lo sguardo sul reale protagonista dell’opera, ne viene in rilievo un individuo leggendario quanto controverso, un uomo dallo spirito combattivo, al limite dell’arroganza, un patriota, più volte tacciato di essere razzista e imperialista, e un abilissimo orator, che, pur a volte, dicono le fonti storiche, si lascia andare a taglienti commenti. Riguardo a tali comportamenti si può rispondere, anche forse in maniera scontata, che Winston Churchill era un prodotto del suo tempo, e, a nostro parere, costituisce la perfetta sublimazione, sia in negativo sia in positivo, delle anime britannica – da parte di padre – e statunitense – da parte di madre. Questo attaccamento alle radici vien certamente in gioco nel contesto delle sue arringhe «Il dono di una lingua comune» e «I tendini della pace», in cui l’Autore tenta di convincere il suo pubblico americano dei benefici della conservazione della lingua inglese, anche a seguito dei due conflitti mondiali, e sulla bontà, per non dire della fattuale necessità, del mantenimento di un forte asse anglo-americano per la stabilizzazione dei blocchi formatisi durante la guerra fredda. Ma, anche qui, e la sua perorazione «Gli Stati Uniti d’Europa» lo dimostra, ciò non comporta di certo un disinteresse, ovvero un approccio troppo paternalista o reazionario, nei confronti dei popoli europei (per le colonie la situazione cambia). Ma a parte questo, forse è proprio l’incontro tra quei due caratteri che lo ha portato per ben due volte a Downing Street.

Per concludere questa recensione, che ha tutta l’aria di un panegirico, ci viene spontaneo far presente quello che, per noi, rappresenta la vera bellezza e il ricco tesoro di questa lettura: «Mai arrendersi!». Nel primo sermone, difatti, Churchill ci fa comprendere come la vera lezione sia quella di andare sempre avanti, non curanti del passato, al contrario, cercando sempre di fare comunque meglio, educando noi stessi, e gli altri, in uno slancio degno di un Übermensch. Invero, non sarebbe così scorretto affermare che egli abbia provato sulla sua pelle cosa significa farsi da soli, affrontando le proprie «ore più buie». Non che ovviamente possa essere messo alla pari di un migrante che ha trovato fortuna lontano dalla sua patria – al massimo potrebbe trarsi un parallelismo con l’homo novus per eccellenza, ovverosia Cicerone – ma non si può neanche negare che i numerosi fallimenti in giovine età, scolastici, e, soprattutto militari, – lo Sbarco di Gallipoli, in primis – gli abbiano richiesto un immenso impegno negli anni successivi.

In questi termini, l’importante, afferma il Politico in occasione della Mid-Century Convocation, in cui si mettono in luce le grandi potenzialità dell’intelletto e delle nuove scoperte, è che: «Uniti, rimaniamo saldi. Nell’assolvere la nostra missione e i nostri doveri, avanziamo dunque compatti, temendo Dio e null’altro».

 
Alphaville, RSI Radiotelevisione svizzera
Eum Redazione

La forza della parola: Winston Churchill tra scrittura e oratoria

60 anni fa moriva l’ex primo ministro britannico

di Marco Pagani

Tra i personaggi più noti del ‘900, Churchill è ricordato come un leader politico simbolo di tenacia e determinazione. Il due volte primo ministro del Regno Unito fu anche un brillante oratore e uno scrittore affermato, tanto da vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1953. A 60 anni esatto dalla sua morte, noi abbiamo approfondito questi aspetti con Raffaela Merlini, Professoressa di Lingua e traduzione inglese all’Università LUMSA di Roma, che nel 2021 ha curato il volume “Anni memorabili”, una selezione di discorsi di Churchill, delle Edizioni dell’Università di Macerata.

https://rsi.ch/s/2531488

 
Query
Eum Redazione

Dalle aule universitarie al grande pubblico

Query, Libri e non solo, n. 55, Autunno 2023, pp. 70-71

"Prolusioni" è una collana pubblicata dalle Edizioni Università di Macerata/EUM che si prefigge di far arrivare a un pubblico più vasto «un tesoro finora nascosto negli archivi delle università italiane e straniere», vale a dire i discorsi, talvolta dimenticati o mai proposti prima alla lettura, tenuti da importanti personalità della scienza, della politica e della cultura di tutto il mondo nel corso di cerimonie solenni come le inaugurazioni degli anni accademici o il conferimento di titoli ad honorem. Ne abbiamo parlato con Benedetta Barbisan, che dirige la collana insieme a Raffaella Merlini

Da dove nasce l’idea di una collana così insolita, specialmente per una casa editrice universitaria che, in particola[...]

https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=1801168

 
TGR Marche
Eum Redazione

Barbara Marini intervista Lucia Mascino, che presenta i primi tre volumi della nuova collana eum “Prolusioni”, “Anni memorabili” di Winston Churchill, “Come un pedone sulla scacchiera” di Alexander Fleming e "Un bene per l’umanità" di Marie Curie.

Puntata del 4 maggio 2022 (min. 7.30 ca): https://bit.ly/3cFmHbP

 
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