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La soggettività fenomenica Mostra a grandezza intera

 
 

Informazioni

La soggettività fenomenica

Integrazioni alla teoria della Gestalt

Giuseppe Galli, a cura di Anna Arfelli Galli

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Note sul testo
Il libro è dedicato allo studio della soggettività fenomenica in prospettiva multidisciplinare. Partendo dalla constatazione che i teorici della scuola della Gestalt si sono dedicati soprattutto all’oggettività fenomenica, le ricerche dell’Autore evidenziano la necessità di integrare metodologie di discipline diverse per studiare la relazione interpersonale come struttura dialogica, tenendo conto dei ruoli che le persone hanno nel campo globale, del rapporto Io-Noi e delle teorie a cui si fa riferimento, pur rispettando i modelli  antropologici e i principi metodologici della Gestalt.

Note sugli autori
Giuseppe Galli (1933-2016), medico e psicologo, ha insegnato Psicologia generale all’Università di Macerata. Si è formato in Psicologia con Renzo Canestrari e a stretto contatto con gli psicologi della scuola della Gestalt Wolfgang Metzger ed Edwin Rausch. Dal 1980 al 1999 ha organizzato i Colloqui sulla Interpretazione, riunendo studiosi di discipline diverse intorno ai temi della comprensione di un testo e del riconoscersi in un testo, curandone gli Atti. Tra le sue molte opere si ricordano La persona in relazione (2003), Psicologia delle virtù sociali (1999), Conoscere e Conoscersi (1991), La psicologia tra rispetto e sospetto (1989).

Anna Arfelli Galli (1933), psichiatra e psicologa, ha insegnato Psicologia dello sviluppo all’Università di Macerata. Si è formata in Psicologia dello sviluppo con Renzo Canestrari. Tra le sue pubblicazioni La psicologia evolutiva nella scuola della Gestalt. Le ricerche in area tedesca del periodo 1921-1975 (2013).

Indice
Andrzej Zuczkowski, Presentazione

Anna Arfelli Galli, Note della curatrice

Introduzione

Parte prima. La Gestalt come scuola del rispetto
Capitolo primo. La teoria della Gestalt come scuola metodologica
1.1. Il principio del rispetto fenomenologico
1.2. Il principio dell’analisi globale
1.3. Analisi strutturale e sistema di riferimento
1.4. Analisi strutturale e centramento
1.5. Il principio del campo nelle ricerche dei gestaltisti

Capitolo secondo. Analisi strutturale applicata all’estetica
2.1. Il contributo di Rudolf Arnheim
2.2. Priorità delle strutture nell’analisi delle opere d’arte
2.3. Il contributo della teoria della Gestalt nella ricerca sui rapporti tra sistemi segnici diversi
2.4. Analisi strutturale e transmutazione intersemeiotica
2.5. L’analisi scenica
2.6. Interpretazioni e rappresentazioni della Visitazione
2.7. Riformulazioni endolinguistiche
2.8. Transmutazioni intersemeiotiche in opere d’arte

Capitolo terzo L’io come parte del campo
3.1. L’Io fenomenico negli scritti della scuola berlinese
3.2. Lo studio della soggettività fenomenica. Problemi di metodo
3.3. Vie d’accesso alla conoscenza di sé
3.4. Riconoscersi in un testo. Un approccio di campo
3.5. L’interazione testo-interprete
3.6. Vie d’accesso alla conoscenza della soggettività altrui
3.7. Il ruolo delle teorie nella conoscenza della persona
3.8. La condivisione delle finalità nella situazione sperimentale e nella ricerca-azione
3.9. La scuola della Gestalt come scuola del rispetto

Parte seconda. Modelli antropologici. La persona in equilibrio tra Io e Noi
Capitolo primo. Forme di equilibrio tra Io e Noi
1.1. L’equilibrio tra Io e Noi nei teorici della Gestalt
1.2. L’equilibrio tra identità Io e identità Noi
1.3. L’equilibrio tra attività teleologiche e attività intersoggettive
1.4. Paul Ricoeur e la struttura triadica dell’etica
1.5. Un confronto tra i diversi Autori
 
Capitolo secondo. Centramento e ricentramento esistenziale nel ciclo della vita
2.1. Percezione della caducità e modificazione dei valori esistenziali
2.2. Significati del concetto di centramento
2.3. Il centramento nella psicologia dell’organizzazione. Il primary task
2.4. Centramento e ricentramento del ciclo vitale secondo Paul Tillich
2.5. L’approccio psicosociale di Hans E. Richter
2.6. Crisi di mezza età e percezione della morte secondo Elliott Jaques
2.7. Ricentramento dei valori esistenziali nel malato oncologico
 
Parte terza. Le Virtù Sociali
Introduzione
Capitolo primo. Gratitudine e riconoscenza
 
Capitolo secondo. La nascita nella prospettiva delle virtù sociali
2.1. Gratitudine e meraviglia alla presenza del nuovo nato
2.2. Nascita e speranza
2.3. Speranza e generatività
2.4. Dedizione e cura
 
Capitolo terzo. La tenerezza e il suo linguaggio
3.1. Fenomenologia ed ermeneutica
3.2. Fattori ambientali e fattori personali
3.3. Annotazioni finali
 
Capitolo quarto. La fiducia
Premessa
4.1. Fiducia, operosità e speranza nella rieducazione di un ergastolano
4.2. Fiducia e responsabilità nella relazione medico-paziente
4.3. Dall’affidarsi iniziale alla fiducia nel responsabile delle cure
4.4. Il modello bio-psico-sociale
 
Parte quarta. Psicologia della Gestalt e processi di individuazione
Premessa
Capitolo primo. Le prime fasi dello sviluppo psichico nelle ricerche attuali e nella visione di Wolfgang Metzger (di Anna Arfelli Galli)
1.1. Il mondo interpersonale del bambino
1.2. Il ruolo della percezione e delle qualità globali
 
Capitolo secondo. Transizione dall’infanzia all’adolescenza nel romanzo di Albert Camus, Il primo uomo
2.1. Due mondi incomunicabili: famiglia e scuola
2.2. L’integrazione tra identità-Noi e identità-Io nella vita adulta di Camus
 
Capitolo terzo. Transizione tra l’età giovanile e l’età adulta. La ricerca di nuovi valori esistenziali e la funzione della letteratura
3.1. La ricerca di nuovi valori esistenziali e la polemica con la tradizione
3.2. Dialogo tra un gestaltista (G) e uno junghiano (J)
 
Capitolo quarto. La fioritura psichica e spirituale del ventunenne Angelo Roncalli. Dalla lotta all’amor proprio alla scoperta di sé come dono
4.1. Nel seminario di Bergamo (1985-1900). Regole di vita che un giovane deve osservare se vuole progredire sulla via della fede e negli studi
4.2. In seminario a Roma (1901-1904)
4.3. La scoperta della propria diversità individuale
Considerazioni finali
 
Parte quinta. Comparazione tra scuole diverse
Capitolo primo. Psicologi della Gestalt e psicologi del profondo visitano Ravenna, la città del mosaico
1.1. Gli psicologi della Gestalt
1.2. Gli psicologi del profondo
1.3. Riflessioni generali
 
Capitolo secondo. Psicoanalisi e teoria della Gestalt. Due metodi a confronto
2.1. La concezione di campo
2.2. Dalla spiegazione essenzialista alla spiegazione dinamicofunzionale
2.3. Il sistema di riferimento e la sua applicazione in psicoterapia (in collaborazione con Giancarlo Trombini)
2.4. L’interpretazione del sistema di riferimento in psicoterapia
2.5. La prospettiva temporale come sistema di riferimento in psicoterapia
 
Capitolo terzo. Psicologia e medicina
3.1. Malattia e salute tra oggettività e interpretazione
3.2. La guarigione nasce dall’incontro. La diade medico-paziente come sistema duale
3.3. Le scienze umane in medicina. Dall’insegnare all’apprendere
3.4. Didattica mutidisciplinare
 
Capitolo quarto. Il ruolo del linguaggio nel rapporto tra fenomenologia e neuroscienze. Criteri per un dialogo corretto
4.1. Necessità di una differenziazione semantica
4.2. L’atteggiamento fenomenologico
4.3. Esempio di dialogo tra un filosofo fenomenologico e un neurofisiologo
4.4. Un esempio di interazione
4.5. Il linguaggio del neurofisiologo
 
Bibliografia
 
Indice dei nomi
  • Codice ISBN (print) 978-88-6056-598-3
  • Codice ISBN (PDF) 978-88-6056-711-6
  • Numero pagine 295
  • Formato 14x21
  • Anno 2019
  • Editore © 2019 eum edizioni università di macerata
EmmeTv
Eum Redazione

"Anna Arfelli Galli, presentato l’ultimo lavoro della docente scomparsa"

di Alessandro Feliziani, EmmeTv, 23 settembre 2019

Edito da EUM, il volume è un atto d’amore verso suo marito e gli studi di psicologia.

Luigi Alici, in un suo recente libro, “InfinitaMente. Lettera a uno studente sull’università” (edizioni EUM), nel ricordare la propria esperienza formativa, ha scritto che nel corso degli studi si possono incontrare diverse “categorie” di docenti. La fortuna di ogni studente sta nel poter incontrare e saper individuare quelli che l’autore chiama i “Maestri”, ovvero coloro che “ti aprono le porte” del sapere e sanno “accompagnarti con umiltà, senza essere invadenti, … a fiutare, a non lasciarti intrappolare dagli stereotipi, a non diventare prigioniero delle semplificazioni che insidiano il pensiero critico”. Insomma i “Maestri” sono quei professori che ogni studente si ricorderà per sempre, perché il loro insegnamento risulterà prezioso nella vita, oltre che per gli anni dell’università.

A questa categoria di professori hanno appartenuto Giuseppe Galli, medico e psicologo, che per molti anni è stato docente di Psicologia generale all’Università di Macerata e sua moglie Anna Arfelli Galli, psichiatra e psicologa, che a lungo ha insegnato Psicologia dello sviluppo e dell’educazione presso lo stesso ateneo. Entrambi scomparsi, sono stati ricordati da colleghi, amici e numerosi loro ex studenti (alcuni diventati a loro volta docenti) nella sede della EUM per iniziativa della professoressa Rosa Marisa Borraccini, presidente della casa editrice universitaria, con la collaborazione dei Dipartimenti di Scienze della formazione e di Studi umanistici. L’occasione è stata la presentazione del volume “La Soggettività Fenomenica”, l’ultimo curato da Anna Arfelli, uscito per i tipi della EUM a fine aprile, pochi giorni prima della scomparsa della stessa professoressa Arfelli. Un libro che, oltre al suo indubbio valore scientifico, possiamo considerare l’ultimo atto d’amore di una donna verso suo marito.

Il libro, infatti, contiene scritti del professor Giuseppe Galli dedicati allo studio della soggettività fenomenica in prospettiva multidisciplinare e la presentazione del volume è stata un’occasione per ricordar anche la sua opera. Come ha scritto la curatrice nella parte introduttiva del volume, “Galli si è dedicato infaticabilmente a sostenere la dignità della persona, per uno sguardo rispettoso sull’uomo e il suo mondo fenomenico in tutti i campi: della ricerca e della prassi medica, psicologica, psicoterapeutica”, indirizzando la sua vita a interpretare la scuola della Gestalt come “scuola del rispetto”.

Anna Arfelli Galli, che dal 2003, dopo il ritiro dall’insegnamento, è stata direttrice del Centro di ricerca per la psicologia dello sviluppo e l’educazione dell’Università di Macerata, aveva studiato medicina e psicologia clinica, familiarizzando con la teoria della Gestalt attraverso il suo insegnante Renzo Canestrari, uno dei più famosi psicologi. Insieme al marito Giuseppe Galli apparteneva alla “Scuola di Bologna” della psicologia della Gestalt italiana e la sua formazione clinica comprendeva anche una formazione terapeutica di gruppo con gli analisti Alice von Platen e Augusto Ricciardi, nonché con lo psicanalista Giampaolo Lai.

All’omaggio reso dall’Università di Macerata e dalla EUM alla professoressa Anna Arfelli hanno aderito alcuni dei maggiori esponenti della stessa Gestal, nonché colleghi e allievi: Lucia Alessandrini, Luigi Alici, Antonina Ballerini, Ivana Bianchi, Anna Maria D’Emilio, Alessandra Fermani, Giuseppe Forti, Stefania Fortuna, Lamberto Lambertucci, Luciano Latini, Maria Luisa Leombruni, Roberto Mancini, Francesca Munafò, Francesco Orilia, Roberto Sani, Rosauro Scarafoni, Flavia Spezzafune. Presenti all’iniziativa anche la figlia Grazia Galli e il professore emerito Giovanni Ferretti, filosofo e storico della filosofia, già rettore dell’ateneo maceratese negli anni Ottanta sostenuto peraltro da Giuseppe Galli nelle vesti di prorettore.

È stato proprio Ferretti, insieme a Giuseppe Mininni e Gerhard Stemberger, a presentare il libro curato dalla professoressa Arfelli, il cui profilo scientifico e didattico è stato ricostruito da Morena Muzi e Paola Nicolini, la quale tre anni fa, all’indomani della scomparsa di Giuseppe Galli, scrisse: “I Maestri ci appaiono sempre un po’ immortali e forse lo sono per l’eredità che se ne riceve”. Una testimonianza che può essere senz’altro riferita anche alla figura di Anna Arfelli Galli.

https://bit.ly/2l0Ecsv

 
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