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Il lavoro come questione di senso
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Il volume mette in questione le immagini ovvie e inadeguate del lavoro, dominanti nel dibattito corrente. Qual è il suo posto nell’esperienza individuale e qual è la sua funzione sociale? A quali condizioni il lavoro può generare libertà piuttosto che dipendenza? Gli autori affrontano il tema secondo una molteplice articolazione: i mutamenti delle visioni del lavoro indotti anche dai processi economici e dalle trasformazioni tecnologiche, le implicazioni antropologiche di fondo, gli aspetti di etica professionale e i modi di concreta organizzazione dell’attività produttiva. Nell’insieme si offre una visione del lavoro che, tolta dal suo isolamento unilaterale, riesca ad armonizzarsi con la figura complessiva dell’umano.
Contributi di: Ferruccio Andolfi, Calogero Caltagirone, Carla Canullo, Carla Danani, Antonio Da Re, Antonio De Simone, Ubaldo Fadini, Nedo Fanelli, Vitantonio Gioia, Benedetta Giovanola, Sergio Labate, Serge Latouche, Mario Miegge, Luciano Pero, Maria Letizia Perri, Luigi Ruggiu, Luca Scuccimarra, Stefano Semplici, Daniela Verducci.
Francesco Totaro (Monopoli, 1941), è professore ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Macerata, di cui è stato a lungo prorettore. La sua ricerca si è rivolta al tema del lavoro, considerato in una prospettiva di realizzazione dell’agire e dell’essere umano complessivo (Non di solo lavoro. Ontologia della persona ed etica del lavoro nel passaggio di civiltà, 19992). Di recente ha tra l’altro curato una serie di studi nietzschiani: Nietzsche tra eccesso e misura (2002); Nietzsche e la provocazione del superuomo (2004); Verità e prospettiva in Nietzsche (2007). In collaborazione, ha pure pubblicato Etica ed economia: il rapporto possibile (2008).
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